La costituzione di una bad bank è spesso indicata come procedura idonea per superare il rilevante deterioramento dell’attivo bancario determinatosi con la crisi finanziaria iniziata a metà 2007. Secondo questa tesi, le esperienze del passato dimostrano che istituzioni di questo tipo favorirebbero una più accelerata dismissione delle attività deteriorate e/o divenute non-core.
Bad bank è espressione assai diffusa nella stampa economica ma molto rara nei documenti ufficiali. Molto diverso può essere il suo possibile “posizionamento” sotto il profilo societario. Il rilievo (minoritario o di pieno controllo) della presenza statale ha significative conseguenze per la finanza pubblica. In Spagna una funzione di bad bank è svolta dalla Sareb, un’istituzione al cui capitale il settore privato contribuisce per il 55%. Nel 2013 risultava avere in carico attività per circa €51 mld (20% immobili e 80% prestiti), acquisite con uno sconto del 53%, per oltre i due terzi concentrate in 4 regioni del Paese.
La sua attività di cessione procede, seppure rallentata da due circostanze: a) la situazione di forte eccesso di offerta che permane nel mercato immobiliare; b) l’attività di alleggerimento/ricomposizione dell’attivo attuata da parte di numerose banche (anche di grande dimensione). In Irlanda dal 2010 è attiva Nama, anche essa un’istituzione finanziaria privata pur con una rilevante presenza pubblica (49%). Dalla sua costituzione alla fine del 2013 ha realizzato ricavi pari a €16,5 mld. NAMA non opera solo come bad bank: diversamente da istituzioni simili, la sua attività si estende fino al finanziamento di progetti immobiliari (quasi €1 mld a fine 2013), a volte per completare progetti rimasti incompiuti, ma anche per esigenze immobiliari non soddisfatte.
Di dimensioni più importante e per molti aspetti diverse le due bad bank tedesche: Erste Abwicklungsanstalt (EAA) e FMS Wertmanagement (FMS-WM). Gli attivi bancari loro affidati ammontano (in termini nominali) a oltre €350 mld. In entrambi i casi si tratta di istituzioni che rientrano nel perimetro della finanza pubblica. La loro costituzione ha di conseguenza contribuito in misura rilevante all’incremento del rapporto debito pubblico/Pil registrato dalla Germania nel biennio 2010-11.
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