Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita globale, dell’Europa e dell’Italia, avvertendo che l’effetto positivo del calo del petrolio sarà più che compensato dalla debolezza degli investimenti e dalla frenata in diversi Paesi.
MALE L’ITALIA
Ora il Fmi stima che nel 2015 il Pil del nostro Paese crescerà dello 0,4% (lo stesso dato fornito pochi giorni fa dalla Banca d’Italia, anche in quel caso con una revisione al ribasso), cui seguirà un +0,8% nel 2016 (contro il +1,2% previsto da Bankitalia). In entrambi i casi si tratta di riduzioni di 0,5 punti percentuali rispetto alle stime fornite nell’ottobre del 2014. Il Fondo ha quindi precisato che l’Italia ha chiuso il 2014 in recessione dello 0,4%, dopo il -1,9% del 2013.
TAGLI ANCHE PER EUROZONA, GERMANIA E FRANCIA. MIGLIORA SOLO LA SPAGNA
Secondo il Fmi, quest’anno la crescita dell’Eurozona sarà il triplo di quella italiana (+1,2%, lo 0,2% in meno rispetto alle precedenti stime), mentre nel 2016 si attesterà al +1,4% (-0,3% rispetto ai dati forniti a ottobre). Il Pil della Germania dovrebbe salire invece dell’1,3% nel 2015 e dell’1,5% l’anno prossimo (-0,2 e -0,3% dalle ultime previsioni), mentre quello della Francia rispettivamente dello 0,9 e dell’1,3% (-0,1 e -0,2% su ottobre). L’unica revisione al rialzo all’interno dell’area euro è per la Spagna, che quest’anno crescerà del 2,0% (+0,3%) e nel 2016 dell’1,8% (invariato).
“ATTENUARE L’AUSTERITY”
In questo quadro il Fmi raccomanda di “attenuare il risanamento dei conti in ritmo e composizione, in modo da favorire sia la ripresa che le prospettive di crescita di lungo termine. In quest’ottica c’è una forte argomentazione per aumentare gli investimenti in infrastrutture in alcuni paesi”.
“LA BCE NON DELUDA LE ATTESE SUL QE”
Il capo economista dell’Fmi, Olivier Blanchard, si aspetta che la Bce faccia quello che gli investitori hanno già anticipato: “Sotto un certo punto di vista – ha detto in un’intervista a Bloomberg –, il quantitative easing è già avvenuto. I mercati lo hanno anticipato, i tassi di interesse sono scesi, l’euro si è deprezzato. Vorremmo assicurarci che quando ci sarà un annuncio, sarà dell’entità che il mercato si attende”.
RUSSIA NEL BARATRO
Per il Pil della Russia, invece, il Fmi prevede una recessione del 3% nel 2015 e di un ulteriore punto percentuale nel 2016, rispettivamente il 3,5 e il 2,5% in meno rispetto ai dati forniti lo scorso ottobre. Si tratta dei tagli più significativi tra quelli segnalati nel rapporto e sono legati principalmente al crollo del petrolio e del rublo, oltre che alle sanzioni economiche per la crisi ucraina.
CRESCITA GLOBALE
Quanto alla crescita mondiale, il Fondo ritiene che arriverà al +3,5% quest’anno e al +3,7% nel 2016, ovvero 0,3 punti percentuali in meno rispetto a quanto pronosticato lo scorso ottobre. “La crescita globale riceverà una spinta dal calo dei prezzi del petrolio – si legge nel World Economic Outlook pubblicato oggi –. Ma questo sarà più che controbilanciato da fattori negativi, tra cui la debolezza degli investimenti e un aggiustamento alle ridotte attese di crescita sul medio termine in diversi paesi avanti e emergenti”.