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Fmi rivede al rialzo il Pil russo 2023 a +1,5%, conferma 2024 a +1,3%

Il Paese guidato da Vladimir Putin sembra dunque essersi ripreso con l’economia di guerra dopo la caduta del Pil del 2022 (-2,1%), provocata dalle sanzioni dopo l’invasione dell’Ucraina

Fmi rivede al rialzo il Pil russo 2023 a +1,5%, conferma 2024 a +1,3%

L’economia russa, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ha mostrato ancora crescita nel mese di luglio, frutto dell’aumento nella prima metà dell’anno dei settori del commercio al dettaglio, dell’edilizia e della produzione industriale, dovuta a un forte stimolo fiscale.
Secondo il World Economic Outlook di luglio la Russia si è dimostrata in grado di resistere (o aggirare) le sanzioni e il Fondo ha rivisto al rialzo le stime del Pil 2023 all’1,5% rispetto allo 0,7% previsto lo scorso aprile, in aumento dello 0,8%. Le previsioni del Fmi per il 2024 restano invece invariate al +1,3%.
Il Paese guidato da Vladimir Putin sembra dunque essersi ripreso dopo la caduta del Pil del 2022 (-2,1%), provocata dalle sanzioni approvate dagli alleati di Kiev dopo l’invasione dell’Ucraina.
Se non fosse che si tratta di un’economia drogata dalla guerra, si potrebbe osservare che la crescita è addirittura superiore a quella di Italia e della Germania. Nella stessa occasione il Fondo monetario internazionale ha confermato la previsione di una crescita del Pil italiano dell’1,1% nel 2023, abbassando invece la stima sul 2024 a +0,9% dal precedente +1,1%. Per la Germania le stime Fmi sono invece per un Pil a -0,3% e +1,3% (da -0,1% e +1,1%).

Aumentati i tassi di 100 punti base

La scorsa settimana la Banca centrale russa ha sorpreso il mercato alzando per la prima volta dopo un anno il tasso d’interesse di 100 punti base all’8,5% annuo dal 7,5% con l’obiettivo di combattere la crescente inflazione. Gli attuali tassi di crescita dei prezzi, inclusa una varietà di indicatori sottostanti, hanno superato il 4% in termini annualizzati e sono ancora in aumento. “L’aumento della domanda interna supera la capacità di espandere la produzione, anche a causa della limitata disponibilità di risorse di lavoro. Ciò rafforza la persistente pressione inflazionistica nell’economia. Le aspettative di inflazione sono aumentate. L’andamento della domanda interna e il deprezzamento del rublo dall’inizio del 2023 amplificano notevolmente i rischi pro-inflazionistici”, spiegano dalla banca centrale. La politica monetaria della Banca di Russia, ha detto una la nota, “ridurrà la deviazione al rialzo dell’inflazione dall’obiettivo».
La Banca centrale russa ha anche lasciato la porta aperta a un ulteriore aumento dei tassi nelle prossime riunioni per stabilizzare l’inflazione vicino al 4% nel 2024 e oltre. Sempre la scorsa settimana la Russia ha annunciato che non prolungherà l’intesa che un anno fa ha consentito di riprendere le esportazioni di cereali dall’Ucraina.

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