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Fmi: rapporto deficit/Pil al 2,7% nel 2014, debito in aumento del 134,5%

Dopo il 2014, per l’Italia il Fondo monetario internazionale prevede “una convergenza verso un equilibrio strutturale in linea con le regole fiscali italiane, che implicano misure correttive nell’arco di alcuni anni”, ma non ancora identificate. E’ quanto si legge nel Fiscal Monitor, il rapporto pubblicato dal Fmi durante i lavori primaverili dell’istituto in corso a Washington.

Le proiezioni, specifica l’istituto, comprendono l’annunciata politica fiscale delineata nel piano di bilancio 2014 mentre restano fuori le proposte fiscali del nuovo governo, arrivate dopo la stesura del rapporto.

Il Fmi, che ha evidenziato la necessità di rivedere la spesa pubblica, ha ricordato che in Italia “è in corso una spending review per identificare risparmi per 32 miliardi di euro in tre anni”.

Guardando ai numeri, il deficit italiano dovrebbe attestarsi al 2,7% del Pil nel 2014 (più del 2,1% stimato ottobre) e scendere all’1,8% l’anno prossimo (invariato rispetto alle stime precedenti), dopo il3% dell’anno scorso. A partire dal 2014, il deficit dovrebbe calare in modo progressivo fino allo 0,2% del Pil nel 2019. L’avanzo primario dovrebbe essere pari al 2,3% del Pil quest’anno e salire al 3,3% nel 2015 e al 4,5% l’anno successivo. Per quanto riguarda il debito piubblico dopo il 132,5% del 2013, dovrebbe attestarsi al 134,5% del Pil quest’anno (dal 133,1% stimato a ottobre) e al 133,1% nel 2015 (+1,3% rispetto alla stima precedente), per poi calare progressivamente fino al 121,7% del Pil nel 2019.
La necessità di finanziamenti, inoltre, sarà pari al 28,4% del Pil nel 2014 (a fronte del 25,7% di debito che arriverà a maturazione), salendo al 29% nel 2015 (a fronte del 27,2% di debito in maturazione) e al 23,9% l’anno successivo (23,1% il debito in maturazione).

Il Fondo monetario internazionale prevede che l’Italia raggiungerà il pareggio strutturale di bilancio nel 2016. Le tabelle statistiche mostrano che per l’anno in corso è atteso un deficit strutturale pari allo 0,8% del Pil, che dovrebbe ridursi allo 0,5% nel 2015, per arrivare appunto al pareggio l’anno successivo.

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