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Fmi: parte la prima missione in Russia dal 2019, ma 9 Paesi Europei protestano. La lettera a Georgieva

Riprendere il dialogo con un Paese che ne ha invaso un altro danneggerebbe la reputazione del Fondo, dicono i nove Paesi nella lettera di protesta. L’Italia tace

Fmi: parte la prima missione in Russia dal 2019, ma 9 Paesi Europei protestano. La lettera a Georgieva

Ma quale isolamento? Da quando è iniziata due anni e mezzo fa l’invazione russa in Ucraina il disegno sembravva chiaro: isolare internazionalmente la Russia e colpirla attraverso sanzioni per compensare lo squilibrio militare a favore di Mosca. L’operazione però ha funzionato solo in parte e l’isolamento è stato aggirato su più fronti. Ieri alla riunione dell’Ecofin, molto poco frequentata non è passata inosservata la presenza del capo del Fmi Kristalina Georgieva che ha ribadito l’avvio della sua missione dopo 5 anni di assenza.

Forse non ci si voleva credere, quando il direttore esecutivo russo del FMI, Aleksei Mozhin all’inizio di settembre aveva detto che il Fondo riavvierà le consultazioni online il 16 settembre e continuerà con una visita della delegazione del FMI a Mosca per incontri con funzionari russi fino al 1° ottobre. Ma la conferma di ieri ha scatenato le proteste di 9 Paesi Europei, condensate in una lettera che hanno voluto consegnare ieri a Georgieva, come riporta Reuters.

Un dialogo con la Russia danneggerebbe la reputazione del Fondo

Riprendere il dialogo con un Paese che ne ha invaso un altro danneggerebbe la reputazione del Fondo, dicono. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022, il FMI aveva interrotto tutte le consultazioni annuali con la Russia, che il finanziatore di ultima istanza con sede a Washington effettua per tutti i suoi membri.

“Vorremmo esprimere la nostra forte insoddisfazione per questi piani del FMI”, hanno detto i ministri delle finanze dei 9 Paesi firmatari: Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia, Islanda, Danimarca, Norvegia e Polonia nella lettera al capo del FMI, vista da Reuters. L‘Italia non è tra le firme. Georgieva ha partecipato ieri alla riunione dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali dell’UE a Budapest e le hanno chiesto informazioni sui piani del FMI, hanno detto i funzionari dell’UE. “Quali raccomandazioni vuole dare il FMI alla Russia alla fine della consultazione? Come gestire meglio un’economia di guerra?”, ha detto un alto funzionario della zona euro.

Nella lettera si afferma che, in quanto Paese aggressore, la Russia non dovrebbe beneficiare dei consigli del FMI e si osserva che se il FMI portasse avanti i suoi piani, diminuirebbe la disponibilità dei Paesi donatori a sostenere l’Ucraina attraverso le iniziative del FMI, perché minerebbe la fiducia nel FMI.
“I donatori possono scegliere altre istituzioni come la Banca Mondiale o la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo”, ha detto l’alto funzionario.

Il forte rischio di inquinamento dei dati

La lettera diceva anche che qualsiasi dato che la Russia avrebbe fornito al FMI sarebbe stato censurato per mostrare che l’economia del Paese stava presumibilmente andando bene e resistendo alle sanzioni occidentali, rendendo la valutazione del FMI imprecisa. Mosca utilizzerebbe anche la missione per i propri scopi di propaganda e danneggerebbe la reputazione del FMI, ha affermato.

Chiediamo pertanto al FMI di non riprendere la cooperazione con la Russia e di rimanere impegnato a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite”, hanno detto i nove Paesi. “Esortiamo tutte le istituzioni finanziarie internazionali, compreso il FMI e la sua direzione, a continuare ad astenersi dalle attività che coinvolgono lo Stato aggressore e a non riprendere il dialogo finché la Russia continuerà la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina”, si legge nella lettera.

L’FMI ha dichiarato questa settimana che la sua visita programmata in Russia era in linea con i suoi obblighi regolari e con quelli della Russia in quanto Paese membro. L’ultima missione annuale dell’organizzazione internazionale ha visitato la Russia nel novembre 2019, prima dell’inizio della pandemia COVID. Non ci sono state missioni della FMI in Russia dall’inizio della guerra in Ucraina. Molte nazioni occidentali hanno anche sollevato la possibilità di un’espulsione della Russia dal FMI all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, ma ciò si è rivelato difficile a causa della riluttanza di altri membri con grandi quote di voto, come Cina e India.

Le sanzioni occidentali hanno avuto qualche effetto. La crescita economica è più che altro drogata dagli ingenti investimenti bellici, l’inflazione corre, la Banca centrale sarà presto costretta ad alzare i tassi di interesse per cercare di rendere meno insostenibile il costo della vita, un numero crescente di aziende è in difficoltà e la manodopera inizia a scarseggiare. Ma a livello globale, grazie soprattutto ai rapporti con Cina e India, la Russia non risulta per nulla in isolamento. E la missione del Fmi ne è una conferma.

La Russia produce un drone kamikaze con motore cinese

Giusto in questi giorni Reuters riporta che la Russia ha iniziato l’anno scorso a produrre un nuovo drone d’attacco kamikaze a lungo raggio denominato Garpiya-A1, utilizzando motori e componenti cinesi, che ha poi impiegato nella guerra in Ucraina, secondo due fonti di un’agenzia di intelligence europea e documenti visionati da Reuters. Le informazioni di intelligence, che includevano un contratto di produzione per il nuovo drone, la corrispondenza aziendale sul processo di fabbricazione e documenti finanziari, indicavano che IEMZ Kupol, una sussidiaria del produttore di armi statale russo Almaz-Antey, ha prodotto più di 2.500 Garpiya da luglio 2023 a luglio 2024.

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