“L’Italia non ce la può fare da sola”. Questa l’opinione del direttore del Dipartimento degli affari di bilancio dell’Fmi, Carlo Cottarelli, che ha sottolineato come sia assolutamente necessario rafforzare il sistema anticrisi a livello europeo. Apprezzamento per “la forte correzione dei conti” fatta dal governo Monti, ma “ora servono le riforme strutturali”.
L’Italia riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, eppure nel prossimo biennio il nostro debito continuerà a crescere. E’ quanto prevede lo stesso Fondo Monetario Internazionale nell’aggiornamento al suo World Economic Outlook. Nel dettaglio, il deficit pubblico italiano scenderà quest’anno allo 0,8%del Pil, per annullarsi nel 2013. Il Pil invece scenderà del 2,2% nel 2012 e dello 0,6% l’anno prossimo.
L’istituzione con sede a Washington apprezza le manovre approvate dall’Italia, in particolare la più recente riforma delle pensioni, grazie alla quale il nostro Paese registrerà la miglior correzione di spesa tra i Paesi avanzati, ma solo in capo ai prossimi vent’anni.
Allargando la prospettiva all’economia globale, l’Fmi sottolinea che “le prospettive di crescita si sono indebolite e i rischi di frenata sono aumentati”. Si rileva così una significazione riduzione delle stime: dopo l`aumento del 3,8% nel 2011, è prevista una crescita del 3,3% nel 2012 e un +3,9 nel 2013 (cifre rispettivamente in calo dell`0,7 e dello 0,6% rispetto alle stime di ottobre). Per quanto riguarda invece le economie avanzate, il Fmi prevede ora una crescita dell`1,2% nel 2012 (lo 0,7% in meno rispetto alla precedente stima) e dell`1,9% nel 2013 (lo 0,5% in meno).
La sfida più immediata è quindi “ristabilire la fiducia e mettere fine alla crisi dell`Eurozona sostenendo la cresciuta, favorendo aggiustamenti, contendo il deleveraging e garantendo maggiore liquidità e strategie monetarie accomodanti”. Nelle economie avanzate, sarà necessario eliminare gli squilibri fiscali e riformare il sistema finanziario, al contempo sostenendo la ripresa.
Quanto all’Europa, “la crisi si è intensificata ulteriormente, rendendo necessarie azioni urgenti per prevenire effetti altamente destabilizzanti”. Per l’economia dell`Eurozona, l’ Fmi ha significativamente rivisto al ribasso le stime di crescita: dopo l`aumento dell`1,6% nel 2011, è prevista una contrazione dello 0,5% nel 2012 e un +0,8 nel 2013 (rispettivamente in flessione dell`1,6 e dello 0,7% rispetto alle stime di ottobre).
Per gli Stati Uniti sono arrivati segnali positivi sul fronte dei consumi e degli investimenti a reddito fisso, ma “non si prevede che questi sviluppi contribuiscano a mantenere lo slancio andando avanti”. L’Fmi ha toccato solo in parte le previsioni di crescita degli Stati Uniti nei prossimi due anni: dopo il +1,8% nel 2011, è previsto un +1,8% nel 2012 e un +2,2 nel 2013 (la prima cifra è in variata, mentre la seconda è in calo dello 0,3% rispetto alle stime di ottobre).
Insomma, l’economia statunitense rischia “una serie di shock a causa dell`Eurozona, cosa che riflette la stretta integrazione finanziaria e commerciale dalle due parti dell`Atlantico”.