Soffre ancora l’economia italiana. A rivelarlo è come spesso capita il Fondo Monetario Internazionale, che nel suo Outlook globale di primavera ha calcolato una contrazione dell’1,5% per il Belpaese quest’anno: stime dunque peggiorate dello 0,4% rispetto all’analisi dello scorso gennaio.
L’Italia, che nel 2012 aveva subito una contrazione del 2,4%, farà meglio soltanto nel 2014: le previsioni del Fondo per l’anno prossimo restano invariate rispetto a inizio anno, con una crescita dell’economia dello 0,5 per cento. Il rapporto prevede anche prezzi al consumo nel 2013 al 2% e all’1,4% l’anno prossimo, in calo rispetto al 3,3% del 2012. Ma la disoccupazione è vista al 12% quest’anno e al 12,4% nel 2014, in aumento rispetto al 10,6% del 2012.
Le difficoltà italiane sono del resto quelle di tutta l’area, delle quali la situazione politica italiana (oltre che i problemi di Cirpo, Grecia e Spagna) sono in parte anche causa stessa. L’Fmi ha calcolato che il pil dell’Eurozona nel 2013 dovrebbe contrarsi dello 0,3 per cento. Nel medio periodo le sfide principali saranno in generale rappresentate da “fatica” da aggiustamento fiscale, insufficienti riforme istituzionali, una prolugata stagnazione nell’eurozona e elevati deficit e debito negli Stati Uniti e in Giappone. Un quadro, cioé, che non permette ai governi e alle autorità “di rilassare i loro sforzi”.
Il Global Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale ha poi tracciato a livello globale un quadro di crescita ancora faticosa, con una marcia dell’output mondiale del 3,2% nel 2013, ridimensionata rispetto al 3,5% atteso a gennaio, e del 4%, invariata, l’anno successivo.