Le tensioni politiche sono evidenti e rappresentano un rischio all’outlook economico. Il monito arriva dal Fmi che nell’Article IV redatto al termine della missione in Italia afferma che il governo di Enrico Letta “mantiene l’appoggio del parlamento” ma “le tensioni all’interno della coalizione sono evidenti e rappresentano un rischio all’outlook economico”. “Il governo continua a portare avanti un’agenda di riforme ma si trova a far fronte a limiti politici”, scrive il Fmi che apprezza i “sostenuti aggiustamenti di bilancio nonostante un contesto di crescita difficile”, che hanno permesso di raggiungere uno dei surplus primari più elevati nell’area euro e rafforzare la fiducia. Per il Fmi ora “bisogna identificare misure che bilancino la perdite delle entrate con la proposta abolizione dell’Imu”.
Grazie agli “importanti passi” decisi dalle autorità italiane per assicurare la sostenibilità di bilancio e attuare le riforme strutturali, per il Fmi la crescita “si sta stabilizzando” ma è necessario andare avanti con le riforme, perché senza profonde riforme strutturali la crescita di medio termine resterà bassa.
LE PREVISIONI SU DEFICIT, PIL E DEBITO
Le stime diffuse oggi dal Fondo per l’Italia indicano un deficit 2013 al 3,2% e al 2,1% nel 2014. Il debito invece, dal 127% del Pil dell’anno scorso, salirà al 132,3% quest’anno e al 133,1% il prossimo. Sul fronte della crescita è attesa una modesta ripresa a partire alla fine del 2013, sostenuta dalle esportazioni nette. Il Pil italiano, dopo la contrazione del 2,4% del 2012,dovrebbe segnare un -1,8% nel 2013 e +0,7% nel 2014. L’inflazione si dovrebbe attestare all’1,6% nel 2013 e all’1,3% nel 2014.Dopo il calo degli anni precedenti, “la domanda interna dovrebbe riprendersi lentamente” alla luce dei venti contrari derivati dalle difficili condizioni del credito.
Al centro dell’agenda rimangono le riforme del lavoro e della giustizia, cruciali per la crescita italiana: è necessario “migliorare il mercato del lavoro, aprire il settore dell’energia e liberalizzare i servizi”. Ma anche ridurre il debito pubblico attraverso una tempestiva esecuzione dell’agenda di privatizzazioni.
RAFFORZARE LE BANCHE, A BANKITALIA IL POTERE DI RIMUOVERE GLI AMMINISTRATORI
Per il Fondo guidato da Christine Lagarde le banche italiane hanno rafforzato la propria posizione di capitale ma restano vulnerabili alla debole economia: il sistema è ora più stabile ma non fuori pericolo, è necessario andare avanti con le misure già avviate dalla Banca d’Italia e rafforzare i bilanci. È poi necessario rafforzare la governance di fondazioni e istituti popolari. “Le Fondazioni – afferma – sono un stabile azionista di lungo termine delle banche, ma la loro peculiare struttura di governance e l’inadeguata supervisione creano rischi”mentre gli istituti popolari dovrebbe essere incoraggiati a trasformarsi in società per azioni.
E sul caso Mps afferma: “è una banca sistemica e il suo risanamento è cruciale”, l’attuazione “con successo dell’ambizioso piano di ristrutturazione è cruciale non solo per la banca ma per il sistema nel suo complesso”.
Infine anche il Fmi incalza sui poteri di Bankitalia chiedendo che sia dato a via Nazionale “il potere di rimozione di uno o più amministratori” degli istituti di credito.