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Fmi: da sblocco dei prestiti incagliati si ricaverebbero 600 miliardi di euro

“Risolvere il problema dei prestiti incagliati nelle banche dell’Area euro potrebbe sprigionare una nuova capacità di concessione di prestiti pari a circa 600 miliardi di euro”. Lo spiega Josè Vinals, consigliere finanziario del Fondo monetario internazionale, nel testo del suo discorso preparato per la conferenza stampa a commento del Global Financial Stability Report (il rapporto pubblicato oggi da Lima, in Perù, dove sono in corso gli Annual Meetings dell’istituto di Washington). 

Nel corso del congresso è stato anche presentato il Global Financial Stability Report, redatto dal Fondo monetario internazionale e che valuta che le politiche della Banca centrale europea “stanno prendendo piede, le condizioni del credito si stanno allentando e la domanda di credito inizia a risollevarsi” nell’area euro.

Stando al rapporto, ci sono segni crescenti che “le politiche monetarie non convenzionali della Bce inizino a funzionare”. Ma, avverte l’istituto di Washington, i legislatori dell’Area euro “non possono dipendere soltanto dalla Bce per rendere ancora più decisa la stabilità finanziaria”. Servono infatti più progressi per alimentare la fiducia dei mercati anche se “fino ad ora, nei momenti più difficili durante i negoziati con la Grecia, la politica della Bce ha evitato un potenziale contagio derivante dalle preoccupazioni di un default o di un’uscita della Grecia dall’Area euro”.

Per rafforzare l’unione monetaria il Fondo preme per il completamento dei “pilastri essenziali dell’unione bancaria, inclusa la creazione di uno schema paneuropeo di garanzia dei depositi”; serve poi “abbassare gli ostacoli a una ricapitalizzazione diretta delle banche attraverso il Meccanismo europeo di stabilità (Esm), preparare il terreno per un’unione dei mercati dei capitali” e portare avanti l’integrazione economica e finanziaria. 

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