Negli ultimi dodici mesi, la crisi del debito sovrano nell’eurozona “si è significativamente intensificata, andando verso una spirale negativa”. E’ quanto ha evidenziato il Global Financial Stability Report, il report semestrale diffuso nell’ambito del meeting annuale dell’Fmi a Washington. Secondo il rapporto sono infatti emerse pressioni che “minacciano di innescare nuovamente un circolo vizioso tra sistema bancario ed economia reale”. Dal suo inizio la crisi del debito ha determinato, secondo i calcoli dell’Fmi, un impatto di circa 200 miliardi di euro sulle banche europee. Il rischio è che si arrivi a 300 miliardi includendo il calo dei prezzi degli asset bancari.
L’istituto di Washington ha poi sottolineato che nell’eurozona “sono stati compiuti passi importanti in termini di stabilità finanziaria” e che la Bce “sta garantendo la propria linea di difesa”. Tuttavia, un incremento della volatilità e l’aumento dei rendimenti dei bond emessi dai paesi periferici “potrebbero creare una perdita di fiducia da parte degli investitori”. Il documento ricorda, infine, che alcune parti dell’eurozona restano “vulnerabili al contagio e all’indebolimento dei fondamentali” e che la partecipazione volontaria del settore privato alla ristrutturazione del debito prevista in Grecia “potrebbe creare un precedente per altri programmi”.