La scelta del prossimo direttore generale del Fondo monetario internazionale deve essere effettuata entro la fine del mese. Ma l’esito della selezione, compiuta dal consiglio d’amministrazione dell’organismo, sarebbe già cosa fatta. Senza colpi di scena dell’ultimo minuto, sarà Chrstine Lagarde, ministro francese dell’Economia, a succedere al connazionale Dominique Strauss-Kahn, al centro di uno scandalo imbarazzante negli Usa.
Uno dei consiglieri dell’Fmi, l’indiano Arvind Virmani lo ha sottolineato all’agenzia France Presse. «La Lagarde ha già praticamente vinto», ha dichiarato, puntando anche il dito sulla procedura di successione ai vertici del Fondo, la stessa in vigore dal 1946, che favorisce i candidati europei. Da allora esite praticamente un accordo non scritto per cui agli Stati Uniti va la presidenza della Banca mondiale e a un europeo la direzione del Fondo monetario internazionale. Cosi’ in effetti è sempre stato dalla fine della Seconda guerra mondiale: il direttore generale dell’Fmi è stato costantemente un europeo. In effetti il peso dei rappresentanti del Vecchio continente è fondamentale all’interno del consiglio di amministrazione come quello degli Usa.
Attualmente in corsa, oltre alla Lagarde, rimane Agustin Carstens, governatore della banca centrale messicana, atteso oggi a Pechino per difendere la sua candidatura.
