La vicepresidenza esecutiva di Raffaele Fitto nella Commissione Ue di Ursula Von der Leyen è certamente una vittoria politica della premier, Giorgia Meloni, che senza fare niente s’è trovata questo regalo per le contraddizioni scoppiate tra i Popolari tedeschi (brutta bestia il rancore, herr Weber !!!) e gli ondeggiamenti dei socialisti europei. In realtà, prima ancora è una vittoria dell’Italia, Paese fondatore dell’Unione europea, che in Europa deve avere il posto che merita. Si obietta: Fitto, al di là del suo passato democristiano, è uomo di punta in Europa della destra conservatrice della Meloni e così di finisce per spostare a destra l’equilibrio di governo a Bruxelles, finora basato sull’asse Popolari, liberaldemocratici e socialisti. Ma si snatura o si allarga la maggioranza europea attuale? E’ la maggioranza Von der Leyen che si sposta a destra o è la Meloni che si avvicina al centro? Si vedrà, per ora una risposta certa non c’è, ma c’è invece una domanda sul tappeto a cui non si può sfuggire: se dopo lo scivolone d’estate, la Meloni torna sui suoi passi e per sostenere la candidatura di Fitto vota la fiducia alla Commissione Von der Leyen, è un bene o un male? Non si può non capire che se questo è il primo passo per una Meloni meno euroscettica e più europeista è un bene per tutti, in primo luogo per l’Italia, soprattutto se la premier si deciderà ad approvare anche la riforma del Mes superando un veto che non sta né in cielo né in terra.
In realtà il problema vero che sta di fronte all’Europa è un altro, come ha ben scritto su “la Repubblica” di ieri Andrea Bonanni, il migliore dei giornalisti italiani a Bruxelles insieme a Beda Romano de “Il Sole 24 Ore”: Fitto o non Fitto, l’Europa si rende conto o no di essere schiacciata tra l’ansia distruttrice di Donald Trump e quella di Vladimir Putin, che proprio nel Vecchio Continente, Italia compresa, hanno i loro servi sciocchi? Europa svegliati: non puoi continuare a pensare alle battaglie interne di bottega senza vedere i drammatici pericoli esterni che incombono. Ha ragione Bonanni che ieri concludeva il suo editoriale così: “Prima bisogna salvare l’Europa da chi vuole distruggerla, poi potremo litigare e beccarci per decidere come governarla”. Ben detto, bravo Andrea.