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Fitto: il dibattito sull’alluvione di Valencia rimanda ok a tutti i vicepresidenti commissione Ue

Imagoeconomica

Ha un bel dire il ministro dell’Economia Giorgetti che “Fitto è Fit” per l’incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. L’audizione di martedì 12 dell’attuale ministro del Governo Meloni al Parlamento europeo è andata bene anche secondo alcuni esponenti del Pd come l’ex sindaco di Firenze Nardella. Ma per ottenere il definitivo “disco verde” per il nuovo incarico tutto è rimandato alla valutazione che l’Europarlamento farà a data da destinarsi su tutti e sei i vicepresidenti della nuova Commissione compreso Fitto.

Paradossalmente i problemi maggiori non vengono dai socialisti e dai verdi che anche ieri si sono espressi in maniera critica sulla vicepresidenza a Raffaele Fitto ma proprio dai popolari e in particolare da quelli spagnoli che vogliono attendere il 20 novembre per dare il loro assenso alla vicepresidente e commissaria per concorrenza e green deal, la spagnola Ribeira espressa dai socialisti. Quel giorno si terrà infatti al Parlamento di Madrid il dibattito sull’alluvione di Valencia, una sorta di regolamento dei conti tra popolati e socialisti spagnoli sulle effettive responsabilità nella tragedia che ha prodotto oltre 200 morti.

Veti incrociati che la von der Leyen sta cercando di dipanare proprio in queste ore a Bruxelles fino al punto da disertare l’apertura della Cop 29 di Baku. Vertice al quale la premier italiana Meloni farà una rapidissima apparizione mercoledì 1 novembre ma solo in quanto presidente di turno del G7. La stessa Meloni si è mostrata soddisfatta per l’audizione di Fitto Fitto come ha scritto su X “per la competenza che ancora una volta ha dimostrato nell’audizione al Parlamento Europeo. Una competenza che, nel merito, gli è valsa l’apprezzamento di moltissimi presenti di diverse famiglie politiche, anche alcuni esponenti della sinistra italiana lo hanno riconosciuto, e li ringrazio per questo”.

La Meloni trova quindi “inconcepibile che alcuni esponenti del Pd chiedano adesso di togliere al Commissario italiano designato la vicepresidenza esecutiva della Commissione Europea. Vorrei sapere dalla segretaria del Pd se questa è la sua posizione ufficiale: sottrarre all’Italia una posizione apicale per impedirle di avere una maggiore influenza anche su settori chiave come agricoltura, pesca, turismo, trasporti e infrastrutture strategiche. Possibile – conclude Meloni – che preferisca mettere il proprio partito davanti all’interesse collettivo?”.

Ma per i Socialisti europei e anche per il Pd, un conto è l’adeguatezza di Fitto, un altro conto è la sua indicazione a vicepresidente esecutivo della Commissione, che mette i Conservatori nella ‘prima fila’ del nuovo esecutivo europeo. Per i Verdi, Fitto è inadeguato a prescindere, dato che appartiene alla destra dell’Ecr: secondo il copresidente del gruppo ecologista Bas Eickhout, olandese, il ministro ”ha dimostrato più volte, attraverso la sua affiliazione politica di estrema destra, di non sostenere i valori europei e di non avere a cuore l’interesse dell’Unione Europea e dei suoi cittadini. Ciò lo rende inadatto a rappresentare la Commissione in un ruolo così importante come quello di vicepresidente esecutivo”. Ignazio Marino, di Avs (Verdi/Ale), si è detto “deluso” dalle risposte di Fitto.

Il vicepresidente designato alla Coesione ieri in audizione a Bruxelles davanti alla commissione Regi ha in realtà risposto a tutte le domande, anche a quelle più aggressive senza mai perdere la pazienza. Dario Nardella e Raffaele Topo del Pd hanno apprezzato il linguaggio di Fitto. Alla galiziana, Ana Miranda Paz, del Bloque Nacionalista Gallego, nazionalista di sinistra, che lo ha definito un “esempio” dell’estrema
destra “ripulita”, Fitto ha fatto presente che lui non è affatto ”un fascista”.

I più aggressivi nei confronti del candidato italiano sono stati, con accenti diversi, i Verdi, seguiti dai Liberali. Ma lui, ringraziando sempre ognuno ”per la domanda”, non si è mai scomposto, neppure quando l’ecologista tedesco Rasmus Andresen ha notato che in Italia ci sono molte inchieste aperte sull’utilizzo dei fondi del Pnrr.

Il ministro gli ha ricordato che, se ci sono inchieste in corso, non riguardano lui, ma semmai chi è accusato di aver utilizzato impropriamente i fondi. E ha citato la procuratrice europea Laura Codruta Koevesi, secondo la quale l’Italia ”è vittima del suo successo”, visto che ha ottenuto più fondi di tutti gli altri Paesi, tra trasferimenti e prestiti, nell’ambito di Next Generation Eu. Le inchieste sono tante, ha aggiunto Fitto, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, che dovrebbe essere ”un esempio” per molti altri Paesi Ue. Fitto, che aveva ricordato le sue origini democristiane già nelle risposte scritte, ha chiuso l’audizione ricordando Alcide De Gasperi, ”padre fondatore” dell’Ue, oltre che fondatore della Dc. Proprio al politico trentino è dedicata la sala in cui si è tenuta l’audizione.

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