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Fisco, Salvini furioso apre a Di Maio ma fissa le contropartite

FIRSTonline

Sale il livello dello scontro tra i due alleati di governo, la Lega e il M5S. E mentre la tensione è alle stelle già si prepara il terreno per il prossimo vertice di maggioranza che precederà sabato mattina il consiglio dei ministri convocato dal premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

“Se il nodo è politico, la soluzione dovrà essere politica” aveva anticipato il vicepremier Luigi Di Maio giovedì, quando era ormai chiaro a tutti che la “manina” che avrebbe modificato il testo del decreto fiscale era nient’altro che un’invenzione. E Matteo Salvini, dal suo tour elettorale in Trentino dove si vota domenica, fa trapelare tutta la sua rabbia e avverte: “Io sentirò tutti, però inizio ad arrabbiarmi, perché in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva. Se non hanno capito, se hanno cambiato idea, se hanno iniziato a litigare – ha ripetuto – è un problema loro. Non può essere il governo a risentire dei cambi di umore dei Cinquestelle o delle distrazioni dei 5 stelle. Noi – prosegue – siamo persone ragionevoli. Se i 5 stelle hanno cambiato idea, basta dirlo. Se Fico è Di Maio hanno cambiato idea, basta dirlo, noi siamo qui. Se lo spread arriva a 350 perché questi litigano è un problema. Io domani vado a Roma, sereno, riscriviamo e rileggiamo tutto, però, ripeto, la verità è che in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva”.

IL PREZZO DELL’ACCORDO

Se hai grillini non va giù il condono fiscale e soprattuto il colpo di spunga sui reati penali connessi (incluso il riciclaggio), è il ministro ai Trasporti Danilo Toninelli ad essersi fatto carico di far capire che senza una modifica il testo non sarebbe stato votato dai M5S in parlamento. “A me interessa che si trovi un accordo – ha dichiarato Toninelli – . Abbiamo scritto con tanta fatica e tanto impegno un contratto di Governo, che non ha all’interno il condono agli evasori o gli scudi a chi ha portato i capitali all’estero e magari anche soggetti criminali e soggetti mafiosi”. Dunque, ha proseguito il ministro, “non vedo il problema, non si può votare e io credo che non lo possa fare neanche la Lega, perché non c’era nel contratto di Governo che ha scritto insieme a noi e neppure nel loro programma”.

Ma cosa chiederà allora la Lega per riscrivere la norma? Tre le contropartite che Matteo Salvini è pronto a portare al vertice di maggioranza: un secco no al condono edilizio a Ischia, fatto inserire da Di Maio a sorpresa nel decreto sulla ricostruzione del Ponte Morandi a Genova. “Anche noi riteniamo che alcune norme, come ad esempio il condono edilizio per Ischia, non siano una buona cosa. Non è un bel segnale”, ha chiarito Salvini. E poi: la differenziazione territoriale sulla Rc Auto voluta dai grillini che riduce le tariffe al Sud e scarica la compensazione sul Nord. E ancora il capitolo della legittima difesa: “Perché i 5Stelle hanno presentato 81 emendamenti come se fossero all’opposizione? Ragazzi non è così che si lavora, non è cosi che si fa tra alleati”, ha detto Salvini.

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PACE O TREGUA FINO ALLE EUROPEE?

L’accordo si troverà, il governo non può rischiare di saltare in questo momento, non converrebbe né al M5S né alla Lega. Il governo è nel mirino dell’Unione europea dopo la presentazione della bozza di manovra in deficit, la lettera consegnata dal commissario Moscovici al governo chiedendo spiegazioni e modifiche che dovranno arrivare entro lunedì 22 ottobre al destinario. “Dialogare è fondamentale, sappiamo tutti che la questione è delicata non abbiamo interesse a creare ulteriori tensioni, la “palla” è ora nel campo delle autorità italiane che ci risponderanno entro lunedì”. Sono le parola di Pierre Moscovici in conferenza stampa al termine della sua visita in Italia, sottolineando che “la decisione della Commissione sarà basata sull’interesse generale, la missione della commissione Ue è assicurare prosperità economica” a tutti gli Stati “e restiamo fedeli a questa missione”. Da parte della Commissione europea “nessuna decisione è stata presa, la risposta del ministro Tria sarà molto importante”ha concluso.

L’Europa dunque non è disposta a fare sconti e di questa realtà dovranno tenere conto M5S e Lega. Ma sarà una pace vera? E’ lecito dubitarne. Al primo banco di prova le contraddizioni tra il Movimento e la Lega sono emerse in tutta chiarezza e Matteo Salvini spinge lo sguardo alle elezioni europee di maggio 2019. Con l’obiettivo di superare il M5S e conquistare almeno la nomina di un commissario nella nuova Commissione che nascerà dalle elezioni. E poi trattare su basi di forza o rompere.

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Categories: Politica