Le prime cinque potenze europee prendono posizione contro la riforma fiscale di Donald Trump. Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna hanno inviato una lettera al segretario al tesoro americano, Steven Mnuchin, allo scopo di “avvertire” gli Usa sui pericoli che la nuova politica fiscale voluta dall’inquilino della Casa Bianca potrebbe comportare per il commercio e per i mercati internazionali.
‘È importante che i diritti del governo americano sulla politica fiscale interna siano esercitati in modo che ciò aderisca agli obblighi internazionali sottoscritti. L’inclusione di certe disposizioni meno convenzionali potrebbe contravvenire ai trattati Usa sulla doppia tassazione e può rischiare di avere un importante impatto distorsivo sul commercio internazionale”.
Una presa di posizione dura e chiara, firmata dai ministri del Tesoro dei 5 Stati: Pier Carlo Padoan per l’Italia, Peter Altmaier per la Germania, Bruno Le Maire per la Francia, Philip Hammond per il Regno Unito e Cristobal Montoro Romero per la Spagna.
I cinque ministri indicano anche il rischio di una “distorsione a danno dei mercati finanziari internazionali”.
Ricordiamo che la riforma prevede, tra le altre cose, la riduzione dal 35 al 20% dell’aliquota sulle imprese e sui contribuenti più ricchi e l’eliminazione dell’obbligo per i cittadini di stipulare un’assicurazione sanitaria (caposaldo dell’Obamacare), ma anche norme sulle aziende straniere che hanno spinto alcuni economisti ha parlare di “border tax”, vale a dire di imposte nazionaliste che violano le regole del commercio internazionale. Misure che causeranno, in base alle previsioni, un aumento del deficit di 1.400 miliardi di dollari in 10 anni.
Il testo approvato a inizio dicembre dal Senato Usa deve ancora essere armonizzato con quello fuoriuscito dalla Camera lo scorso novembre, uno step importante che i repubblicani hanno promesso di completare entro Natale.