Arriva al Senato il trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione economica e monetaria: il cosiddetto “Fiscal compact”. In commissione Esteri a Palazzo Madama inizia la discussione del disegno di legge di ratifica del trattato firmato da 25 Stati dell’Unione europea.
Il Trattato entrerà in vigore il primo gennaio 2013, a condizione che almeno dodici parti contraenti abbiano depositato il loro strumento di ratifica. Ripercorriamo, in sintesi, i contenuti.
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1. Impegno ad avere bilanci pubblici in equilibrio. Il deficit strutturale non deve superare lo 0,5% del Pil e, per i Paesi il cui debito è inferiore al 60% del Pil, l’1%.
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2. Ogni Stato garantisce correzioni automatiche quando non raggiunge gli obiettivi di bilancio concordati ed è obbligato ad agire con scadenze determinate.
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3. Le nuove regole devono essere inserite nella legislazione nazionale.
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4. Il deficit pubblico dovrà essere mantenuto al di sotto del 3% del Pil, come previsto dal Patto di stabilità e crescita, e in caso contrario scatteranno sanzioni semi-automatiche.
- 5. Ci saranno almeno due vertici all’anno dei 17 leader dei Paesi che adottano l’euro, con gli altri Paesi invitati almeno a uno dei due vertici. La riforma costituzionale in corso al Senato, che introduce il pareggio di bilancio nella Carta e che proprio oggi dovrebbe avere il sì definitivo, già recepisce nel nuovo articolo 81 tale principio generale, mentre sarà necessario definire in apposita legge le modalità operative dei meccanismi di correzione automatica che scatterebbero in caso di scostamenti dal limite massimo d’indebitamento consentito.