Le prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm, Bper) archiviano i conti dei primi sei mesi dell’anno con una crescita sostenuta dei ricavi operativi (+ 3,3%). Gli utili netti salgono del 6,2%, una performance che tra l’altro risente delle svalutazioni dei crediti verso Russia e Ucraina operate da Intesa SanPaolo e Unicredit (2,2 miliardi di euro). È quanto emerge dall’analisi condotta per First Cisl dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba (versione integrale).
È la crescita degli interessi netti a trainare i bilanci (+ 5,7%), cui ha contribuito l’aumento dei tassi, che dovrebbe dispiegare i suoi effetti soprattutto nei prossimi trimestri. Si inverte così la tendenza che aveva visto i ricavi beneficiare del costante aumento delle commissioni nette, nel periodo considerato sostanzialmente stabili a causa dell’avverso andamento dei mercati finanziari, che condiziona negativamente i ricavi dai servizi di investimento.
Migliora anche la qualità del credito: diminuisce infatti lo stock dei crediti deteriorati netti (NPL ratio netto al 1,7% dal 2% al 31.12.2021). Le rettifiche su crediti, da porre in relazione alla guerra in Ucraina, potrebbero incidere in misura minore nei trimestri successivi apportando benefici alla redditività.
Banche: costi ancora in discesa nel primo semestre
L’aumento dei ricavi, unitamente alla riduzione dei costi operativi, ha prodotto una nuova forte riduzione del cost/income, che passa dal 53,4% al 50,8%, ampliando la differenza rispetto alla media dei maggiori competitor europei (58,1%).
Il costo del personale si riduce del 1,1% e registra un’incidenza sul totale dei ricavi in diminuzione: si passa infatti dal 33,1% del 1° semestre del 2021 al 31,7%.
Banche: sale la produttività nel primo semestre
L’occupazione registra un’ulteriore flessione stimata del 3% (per oltre 7000 lavoratori), cala anche il numero degli sportelli del 7,6% (- 1.007). Aumenta ancora il margine primario per dipendente (+ 6,5%), effetto della crescita della produttività.
Banche: ricchezza da redistribuire con la contrattazione
“Le semestrali delle banche italiane hanno visto crescere i ricavi e gli utili in misura rilevante. Il costo del lavoro è calato in valore assoluto e in termini relativi, rappresentando ormai poco più del 30% dei ricavi. È improcrastinabile una crescita significativa e rapida dei salari, attraverso la contrattazione nei gruppi, per adeguarli all’elevata produttività che non può finire solo in beneficio degli azionisti attraverso la distribuzione di dividendi e buy back. D’altra parte, la tutela del potere d’acquisto dei salari sarà tra i principali argomenti negoziali con Abi nell’imminente tornata contrattuale”, afferma il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani.
“L’aumento del margine d’interesse, destinato a caratterizzare anche le prossime trimestrali, dovrebbe spingere le banche a puntare maggiormente sul credito per la crescita dei ricavi. Sarebbe necessario, inoltre, abbandonare la strategia di business finora nettamente prevalente, basata sulla crescita continua delle commissioni, nell’ambito di un servizio di consulenza dichiaratamente non indipendente, e praticare finalmente modelli di consulenza aperti, basati su un numero elevato di prodotti finanziari, in assenza di conflitto di interessi, senza pressioni commerciali su lavoratrici e lavoratori e con il maggior gradimento dei risparmiatori. L’importanza di credito e risparmio – conclude Colombani – è più attuale che mai: economicità e rischi per le banche devono andare di pari passo con il sostegno all’attività economica in una fase tanto complessa delle dinamiche sociali ed economiche del nostro Paese”.