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Firenze, arte tra Medioevo e Rinascimento

L’esposizione  prende in considerazione temi come l’araldica cittadina, la religione civica, i luoghi emblematici della città come il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele, e le parti politiche dominanti quali gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini, illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d’arte che sottolinea quale fosse anche all’epoca l’importanza riposta nelle immagini per la comunicazione e la propaganda da parte dei gruppi che detenevano il potere a Firenze in età comunale e repubblicana, prima che l’ascesa dei Medici modificasse profondamente l’assetto politico ed estetico della città.

Le opere che compongono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di fortuna, dell’eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città (Vangelo dei Priori Firenze, Archivio di Stato; Andrea Pisano, Ercole e il gigante Caco, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo, divenuto emblema della Firenze repubblicana, conclude idealmente il percorso espositivo.

Sono soprattutto immagini religiose quelle che si sono salvate dall’ingiuria del tempo, come testimoniano le molteplici raffigurazioni della Madonna in maestà, dei santi patroni, di episodi evangelici esemplari come l’Incredulità di San Tommaso, immagine collegata all’amministrazione della giustizia e all’accertamento della verità (Giovanni Toscani, Galleria dell’Accademia; Affresco staccato nel Palazzo dei Vicari, Scarperia).

Alcuni rari disegni rinascimentali (Andrea del Sarto, Studi per figure maschili appese per un piede, Gabinetto Disegno e Stampe degli Uffizi) illustrano invece il genere delle pitture infamanti, pitture murali situate in luoghi pubblici che raffiguravano, non di rado con dettagli raccapriccianti, fatti e personaggi invisi alla città di Firenze.

Immagini ben augurali trovavano invece posto nel mercato, luogo per il quale lo scultore Donatello eseguì la statua della Dovizia (Abbondanza), oggi perduta, ma documentata da derivazioni realizzate nei secoli seguenti (Digione, Musée des Beaux- Arts; Minneapolis, The Minneapolis Institute of Arts).

Anche la decorazione delle porte cittadine e le immagini araldiche che arricchivano le mura costituivano un’altra occasione per celebrare la città e i suoi alleati.

Particolare rilievo nell’esposizione sarà dato alle Arti, vero motore economico della Firenze comunale di cui gestivano di fatto il potere politico; l’iscrizione ad una delle corporazioni era condizione imprescindibile per poter partecipare alla vita politica della città e i Priori delle Arti governavano a Palazzo Vecchio.

La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto dell’antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d’arte.

Inoltre costituisce anche un’occasione per valorizzare il territorio cittadino, richiamando l’attenzione sui luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte alla mostra e favorendo la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi.

Il progetto scientifico è a cura di Maria Monica Donato, Francesca Klein, Daniela Parenti, Alessandro Savorelli, Andrea Zorzi.

Dal Giglio al David. Arte civica a Firenze tra Medioevo e Rinascimento

Firenze, Galleria dell’Accademia

14 maggio 2013 – 8 dicembre 2013

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