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FioriSalone a Milano, la flower-week con colori&profumi

Il FioriSalone è un’emozionante iniziativa che intende incoraggiare e favorire la passione per i fiori e si terrà a Milano dal 23 al 29 Maggio 2020. Ma sará l’evento anche per flower designer, fotografi, artisti e insospettabili giardinieri.

FioriSalone a Milano, la flower-week con colori&profumi

La promozione partita in questi giorni intende coinvolgere operatori ma anche tutte le persone che amano Milano. Chi sente di avere un pensiero da dedicare può esprimersi arredando con fiori ovunque: balconi, finestre, cortili, terrazzi, ingressi, negozi, bar, ristoranti, attività commerciali, uffici, scrivanie, biciclette, e perché no… una camelia bianca da mettere come occhiello alla giacca.

Sarà una settimana di colori&profumi che coinvolgerà la Città di Milano e sará l’occasione per farsi prendere dalla bellezza e dalle emozioni che solo i fiori sanno esprimere. Tutto con #iomostrofioriamilano 
Anche regalare un mazzo di fiori alla persona amata non è una brutta idea. Giusto?”

ECCO 2 SEMPLICI COSE CHE SI POSSONO FARE:
1) Esporre dei fiori e invitare i tuoi amici a fare altrettanto.
2) Condividere i nostri post sui tuoi social.

Dal 23 fino al 29 Maggio sarà possibile acquistare Fiori e Libri con sconto del 20% presso i negozi di Milano che hanno aderito:
(Hai un negozio di Fiori? Di Libri? Ti occupi di fiori e vuoi partecipare gratuitamente all’iniziativa?
Scrivi a: fiorisalone.it@gmail.com . Grazie!)

Ma maggio è il mese anche della rosa allora perché allora non omaggiare il grande pittore e botanico francese Pierre-Joseph Redouté con il racconto di Marika Lion pubblicato nel volume “Voli d’Artista”.

CHIAMATO ANCHE IL “RAFFAELLO DEI FIORI”, REDOUTÉ È IL PIÙ RICERCATO DEGLI ARTISTI DI ACQUERELLO MAI ESISTITI.

Le sue opere sono custodite in musei, biblioteche, palazzi e soprattut- to amate da collezionisti di tutto il mondo, disposti a spendere qualsiasi cifra per aggiudicarsi uno dei suoi lavori ancora disponibili sul mercato.
Pierre-Joseph Redouté nasce nel 1759 a Saint-Hu- bert nelle Ardenne da una povera famiglia di deco- ratori ed è proprio in questo contesto che manifesta un grande interesse per la pittura e per i fiori, che lui chiamava “le stelle della terra”. Appena fanciul- lo lascia la casa paterna e cerca di guadagnarsi da vivere facendo il pittore ambulante. A vent’anni o poco più si trasferisce dal fratello, a Parigi, dove con lui progetta e disegna scenari.

Ma così abituato a vivere in campagna non può fare a meno di trascorrere il suo poco tempo libero nel giardino reale a eseguire schizzi di erbe e fiori. E sono proprio questi disegni ad attirare l’attenzione di una persona influente e appassionata di botani- ca: il giudice della Corte suprema Charles Louis L’Héritier de Brutelle, il quale gli insegna a selezio- nare le piante e poi a disegnarle secondo un crite- rio scientifico.
Inizia così una vera collaborazione professionale, L’Héritier scrive i testi per i volumi di botanica e Re- douté li illustra.

È lo stesso L’Héritier a presentare a Redouté il con- servatore della collezione di pergamene della Bi- blioteca reale, un certo Gérard van Spaendonck. Da lui apprende la tecnica della pittura su pergamena (pelle di vitello nato morto e resa impermeabile at- traverso un trattamento speciale) e diventa così bra- vo da essere assunto come collaboratore nei lavori alla collezione.
Sposatosi a ventisette anni con Marie-Marthe Go- bert, ha tre figli e nel 1793 vince il concorso per la carica di pittore ufficiale di piante della collezione delle pergamene alla corte di Maria Antonietta.

È amato dai colleghi per la sua cura per i dettagli, al punto che spesso gli vengono offerte collaborazio- ni. Con il botanico svizzero A.P. De Candolle pub- blica Plantes grasses, dove usa per la prima volta la tecnica dell’incisione a retino, ossia l’incidere su fogli di rame dei puntini anziché righe, ottenendo così le più fini sfumature di colore.

Nel 1799, Giuseppina Bonaparte riempie i giardini e le serre di Malmaison con gli esemplari più ra- ri del Vecchio e Nuovo Continente, quasi duecento specie tra rose, dalie, eucalipti, magnolie e rodo- dendri, e chiama Redouté per la loro classificazio- ne, insignendolo del titolo di pittore ufficiale dei “fiori dell’imperatrice”. Per lei, aiutato dal botanico Étienne Pierre Ventenat, Redouté realizza l’opera in due volumi Jardin de la Malmaison.
Divenuto ormai un grande maestro della sua arte, Redouté si dedica alla monumentale opera in otto volumi, Les Liliacées, con ben 486 tavole.

Napoleone Bonaparte, colpito dalla magnificenza di questa opera, decide di farne produrre oltre ottan- ta copie, che invia in diversi luoghi del mondo, dif- fondendo così la fama di Redouté. Quando nel 1809 Napoleone divorzia dalla moglie, l’artista diviene insegnante di pittura dell’imperatrice Maria Luisa, senza mai però rompere i rapporti con Giuseppina.
In questo periodo comincia anche a lavorare alle centosettanta illustrazioni del libro che gli assicu- rerà l’immortalità, Les Roses. In sette anni, assieme al botanico Claude Antoine Thory, completa l’opera visitando parchi di tutto il mondo. Les Roses, in tren- ta dispense, esce per la prima volta nel 1817.

Redouté, che lavora fino al suo ultimo giorno senza occhiali o lenti d’ingrandimento, nel giugno 1840 ri- ceve dalla figlia un giglio bianco; l’artista ha ottanta anni e, ritiratosi nel suo studio, sistema il giglio ac- canto al suo cavalletto e comincia a dipingere: per lui è l’ultima occasione. E quando Napoleone, tempo prima, gli aveva do- mandato perché non immortalasse i grandi uomini invece dei fiori, Redouté aveva risposto che non era abbastanza colto per riuscire come pittore di fatti storici.
Oggi i libri antichi di botanica illustrati sono tornati a essere oggetto di culto e collezionismo: la sinuosi- tà della foglia ricurva di un giglio, i viticci del pisel- lo odoroso, la lievità della mimosa o la consistenza carnosa del gambo di un tulipano possono sublima- re il desiderio di approfondire i segreti della natura e amare le vere stelle della terra.

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