In Italia, ci sono 622 startup Fintech di cui 109 sono focalizzate sull’insurtech. Un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (-8), con 24 nuove nascite ma anche di un aumento delle acquisizioni industriali e di alcuni fallimenti.
Un fenomeno che può essere interpretato come un segnale di maturità del mercato, poiché sempre più start-up individuano opportunità di crescita e sinergie attraverso la collaborazione con gruppi finanziari o industriali esistenti.
A rivelarlo è la ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano.
Calano gli investimenti
Nel 2023, le startup Fintech & Insurtech in Italia hanno raccolto 174 milioni di euro, registrando un calo dell’81% rispetto all’anno precedente, sebbene con una ripresa nel trimestre finale.
La diminuzione è in linea con una tendenza globale di maggiore cautela da parte dei Venture Capital. Il 35% delle startup ha già raggiunto utili positivi, trainate da ricavi che mostrano una crescita media del 60% rispetto all’anno precedente.
La prospettiva del settore è condizionata dalla necessità di collaborare con partner strategici e dalla disponibilità di capitali per affrontare gli investimenti richiesti durante la fase di scale-up, un aspetto tradizionalmente problematico nell’ecosistema italiano dell’innovazione. Meno della metà delle startup esistenti si sta preparando a un nuovo round nei prossimi mesi, con richieste che, in oltre l’80% dei casi, non superano i due milioni di euro.
La crescita internazionale rimane un ostacolo per le start-up italiane, con solo il 41% che mira a espandersi oltre i confini nazionali, registrando un lieve peggioramento rispetto all’anno precedente.
Cresce la cooperazione tra Fintech e terze parti
La ricerca evidenzia che il “rapporto tra le fintech e le terze parti è diventato sempre più proficuo nel tempo”. Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio, sottolinea che la collaborazione tra le fintech e le terze parti è diventata più proficua, con una riduzione della distanza iniziale in termini di cultura della compliance e innovazione. Le start-up che hanno sviluppato strategie di crescita basate sulla cooperazione con le aziende esistenti hanno ottenuto risultati positivi nel tempo.
Cresce l’uso dei canali digitali
Il rapporto del Politecnico riconosce che nonostante il contributo delle start-up all’innovazione, il ruolo centrale degli operatori più grandi, come banche e assicurazioni, permane nel panorama finanziario che sono sempre più orientati verso canali digitali. E i consumatori apprezzano.
Il 66% utilizza almeno un canale digitale, mentre il 57% preferisce quello mobile. Le transazioni online aumentano del 18%, e c’è un incremento del 7% dei clienti acquisiti attraverso onboarding completamente digitale. Ma, l’uso della modalità di aggregazione dei conti offerta dai player è inferiore allo 0,5%.
Per quanto riguarda il fido bancario, la maggioranza dei consumatori (56%) predilige ancora recarsi in filiale e interagire con un operatore, percentuale che aumenta al 70% per il mutuo.
Il comportamento delle aziende in materia di servizi finanziari digitali è simile. Solo il 27% delle microimprese che possono richiedere un prestito online ha effettivamente usufruito di questa opzione, e solo il 23% ha attivato una polizza online. Le percentuali aumentano leggermente al 36% e al 34% per le PMI, che sembrano essere più strutturate.
“Per una Pmi – spiega Giorgino – abbandonare del tutto operatori tradizionali può essere complesso, vista anche la completezza delle soluzioni proposte. Negli anni si è registrata un’accelerazione nella trasformazione digitale dell’offerta degli incumbent per le imprese, favorita anche attraverso accordi e partnership con società fintech”.
1 Fintech su 5 pensa all’uso dell’AI
Cresce l’attenzione verso l’intelligenza artificiale generativa. Il 20% delle start-up fintech italiane sta infatti esplorando le possibilità dell’uso dell’IA. Questo rappresenta un passo significativo nell’innovazione nel settore finanziario digitale, che sta affrontando trasformazioni importanti legate alla sostenibilità, alla gestione dei dati e alle nuove prospettive come la revisione della Psdz e l’introduzione dell’euro digitale.
L’intelligenza artificiale generativa può giocare un ruolo chiave nell’ambito della gestione dei dati finanziari. Mentre si sviluppano applicazioni interne per automatizzare processi e migliorare la qualità dell’output, emergono anche soluzioni di intelligenza artificiale progettate per soddisfare le esigenze dei clienti, sia nel settore retail che aziendale. Queste soluzioni mirano a supportare i clienti nel processo decisionale, facilitando la ricerca di informazioni e migliorando le attività nell’ambito finanziario.
“Oggi tutti gli operatori del settore sono chiamati a fronteggiare sfide interconnesse, tra l’avanzare di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa e la transizione verso modelli più sostenibili che stanno ridefinendo strategie e processi. Le startup Fintech & Insurtech, specialmente in Italia, manifestano una tensione tra una maturità crescente e le difficoltà del contesto macroeconomico, evidenziando la necessità di costruire iniziative di sistema. Per costruire il futuro del Fintech & Insurtech oggi è fondamentale andare oltre le buzzword: concetti come sostenibilità, ecosistema e valore dei dati devono diventare azioni tangibili in cui riuscire a generare impatto. Anche per questo l’Osservatorio ha seguito e promosso l’avvio di tre progetti di fondamentale importanza per il contesto italiano e europeo” ha commentato Marco Giorgino, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech.