Finecobank in vetta al Ftse Mib in una giornata debole per Piazza Affari (-0,2%). A metà mattinata il titolo della società guidata da Alessandro Foti guadagna il 2,7% del suo valore a 15,665 euro per azione. A spingere gli acquisti sono le indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore secondo cui tre fondi di private equity sarebbero interessati al settore del risparmio gestito e avrebbero preso in mano il dossier su Finecobank.
Finecobank e Banca Generali nel mirino dei fondi: le indiscrezioni del Sole 24 Ore
I fondi in questione sarebbero Bain, Cvc e Advent e, secondo il giornale di via Monte Rosa, avrebbero messo nel mirino FinecoBank attirati dalla doppia anima della società, da un lato investing, dall’altro brokerage, oltre che dai i suoi buoni risultati riportati negli ultimi trimestri.
Non solo, FinecoBank potrebbe non essere l’unica società del mirino dei fondi. Un interesse ci sarebbe anche nei confronti di Banca Generali (+1,61% in Borsa) allo scopo di formare un polo nel risparmio gestito.
Gli analisti di Equita evidenziano che il settore del risparmio gestito ha quotazioni attraenti, considerando anche il periodo di magra vissuto di recente. Numeri alla mano se il rapporto prezzo utili medio del comparto a inizio 2022 era attorno a 15 volte, oggi si attesta a circa 10,5 volte.”’Le speculazioni riteniamo siano amplificate anche dalle recenti offerte nei confronti della piattaforma Hargreaves Lansdown, che tuttavia – a differenza degli operatori italiani – rappresenta una storia di rifocalizzazione del business model e non ha licenza bancaria”, hanno commentato, aggiungendo: “complessivamente, alla luce del derating sul settore e del momentum in progressivo miglioramento, valutiamo positivamente il crescente appeal speculativo nei confronti di alcuni operatori domestici. Dall’altro lato, alla luce dalle complessità legate alla licenza bancaria e alla vigilanza Bce, riteniamo maggiormente probabile che l’interesse si possa manifestare in concreto da parte di operatori industriali, piuttosto che finanziari”.
Secondo Intermonte invece, “l’interesse per il settore non è una novità e conferma l’attrattività del segmento wealth management italiano che, malgrado livelli di commissioni superiori alla media di altri Paesi, ha dimostrato una elevata resilienza e capacità di crescita e generazione di cassa”. Tuttavia anche gli esperti della sim sottolineano che le società di wealth management italiane hanno in molti casi licenza bancaria e che il regolatore non vede positivamente il controllo da parte di un private equity anche alla luce dei recenti problemi registrati da Eurovita nel comparto assicurativo.