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Fincantieri, Padoan: “Non scenderemo sotto il 51%”

Sulla vicenda Fincantieri-Stx “vedremo cosa dice il ministro Le Maire, con cui abbiamo un ottimo rapporto. Il governo francese ha deciso di nazionalizzare i cantieri, vedremo se continuerà su questa strada o se avanzerà soluzioni diverse”, ma sulla volontà di ottenere per la società italiana il 51% di Stx “siamo stati molto chiari e non abbiamo cambiato idea”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato dal Tg3 a margine del suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Il numero uno del Tesoro perciò non fa passi indietro rispetto alla linea fin qui tenuta sull’affare Stx, ma il prossimo 11 settembre incontrerà il suo omologo francese, Bruno Le Maire, per cercare un accordo. Stando alle ultime indiscrezioni, le posizioni si sarebbero ammorbidite rispetto a un mese fa e l’intesa sarebbe possibile includendo nell’operazione anche la cantieristica militare.

“PIÙ CRESCITA DEL PREVISTO, MA USARE LE RISORSE CON PARSIMONIA”

Per quanto riguarda i conti pubblici, “stiamo completando i calcoli per la nota di aggiornamento al Def – ha continuato Padoan – La crescita è più forte di quel che molti, se non tutti, pensavano qualche mese fa”, ma i fondi vanno comunque usati “con parsimonia”, perché la ripresa “va sostenuta utilizzando poche risorse ma in modo efficace”.

Quanto alla prossima interruzione della politica espansiva della Bce, Padoan spiega al Tg3: “La Bce cambierà il suo orientamento di politica monetaria nei prossimi trimestri, il governo lo sa da sempre. Dunque serve ridurre il debito e maggiore crescita. Privatizzazioni? Valuteremo se ci saranno spazi”. In ogni caso “è cambiato il clima a Bruxelles” nei confronti dell’Italia “perché l’Italia ha dimostrato di poter migliorare su tutti i fronti caldi”.

“LA RIPRESA È SEMPRE PIÙ STRUTTURALE”

In conferenza stampa a Cernobbio, il ministro ha poi sottolineato che “la ripresa è sicuramente con una forte componente ciclica, non solo in Italia, ma anche con una componente strutturale che va crescendo: il problema è che è molto difficile individuare le componenti strutturali nell’immediato. Io sono fra gli ottimisti, penso che la ripresa in Italia sia ciclica e anche in modo crescente strutturale”.

A questo proposito, Padoan ha rivendicato i meriti del governo: “Lo stato dell’economia che la prossima legislatura eredita da questa – ha detto – è sicuramente migliore di quello che questa legislatura ha ereditato dalla precedente, che è stata colpita da una crisi profondissima, e non credo che questo risultato sia merito unicamente della ripresa della domanda mondiale”.

“L’OCCUPAZIONE GIOVANILE È TRA LE PRIME PRIORITÀ DEL GOVERNO”

Sul versante manovra, poi, il ministro ha rimarcato che “Sostenere in modo permanente, quindi più credibile ed efficace, l’occupazione giovanile è un’urgenza molto alta nelle priorità del governo” e che “non c’è una bacchetta magica, non esiste una sola misura che risolva la situazione. Ci sono persone o parti politiche che dicono che si fa così. Io non ci credo, indipendentemente dalla misura. Serve una serie di misure e che queste siano coerenti tra loro. Servono una regolamentazione flessibile e nuova, investimenti, il capitale umano, e rafforzare il rapporto scuola lavoro. E poi servono i mercati finanziari”.

In ogni caso, “per aggredire e ridurre gli squilibri è necessaria una visione complessiva del Paese Il problema crescita di lungo periodo non è un problema nuovo per il nostro Paese. Ce lo portiamo avanti da un ventennio. Questo dato nasconde un problema più serio, nasconde squilibri territoriali, di genere, di istruzione”.

“BANCHE, L’INCUBO DEGLI NPL SI STA SCIOGLIENDO”

Inoltre, ha agginto Padoan, “la fonte della crescita deve essere essenzialmente l’innovazione intesa in senso ampio, non solo nuovi prodotti e processi, ma anche nuove organizzazioni e nuove norme”.

Per quanto riguarda il sistema finanziario “c’è stata una riforma strutturale che ha portato via molto impegno – ha concluso Padoan – ora le banche hanno auspicabilmente messo da parte focolai di crisi, che erano individuali ma con potenzialità sistemiche negative, e ha avviato un meccanismo per cui i terribili Npl – questo incubo delle notte dei finanzieri, o almeno di alcuni – si stanno lentamente ma decisamente sciogliendo”. Anche i Pir, i piani individuali di risparmio, “stanno avendo un successo importante da cui è lecito attendersi impatti sulla crescita”.

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