Alitalia e Fincantieri rischiano di pagare a caro prezzo gli attacchi dei 5 Stelle alla Francia.
La compagnia aerea deve ancora affrontare un lungo percorso per arrivare all’ennesimo salvataggio e fino a qualche giorno fa sembrava che potesse essere della partita anche Air France Klm. Come scrive Repubblica, le trattative per un ingresso del vettore francese nel capitale di Alitalia (probabilmente insieme a Ferrovie) erano ben avviate. L’operazione avrebbe permesso al governo gialloverde di evitare la completa nazionalizzazione di Alitalia, ma il nuovo fronte aperto fra Roma e Parigi rischia di far saltare tutto. A occuparsi del dossier infatti è proprio il leader grillino Luigi Di Maio (nelle vesti di ministro dello Sviluppo economico), che da qualche tempo non perde occasione di attaccare la Francia, accusandola di praticare una sorta di neocolonialismo finanziario in Africa.
L’altra e più rilevante questione industriale è quella che riguarda Fincantieri. Il colosso della cantieristica sta stringendo un’alleanza con il gigante francese Stx- Chantiers de l’Atlantique, ma sembra che le nuove tensioni sull’asse italofrancese abbiano già causato dei rallentamenti su questo fronte, che peraltro riguarda un settore molto delicato in termini strategici (nel polo navale bretone di Saint- Nazaire si fabbricano anche i sottomarini nucleari della Marina francese). Sull’operazione incombe anche un’indagine della Commissione europea, intervenuta dopo le richieste delle autorità antitrust di Francia e Germania.
Alitalia e Fincantieri sono però solo i due casi più eclatanti. In realtà, le relazioni economiche fra Italia e Francia sono talmente profonde e ramificate che un’eventuale crisi politico-diplomatica rischierebbe di causare danni commerciali particolarmente gravi.
In Europa, la Francia è il secondo partner commerciale dell’Italia dopo la Germania e gli scambi tra i due Paesi sono aumentati dell’8,3% nel 2017, superando i 76,6 miliardi di euro. Peraltro, è l’Italia a guadagnare di più da questa relazione, vantando un surplus nei confronti dei cugini francesi pari a 6,7 miliardi di euro.
Se il commercio non bastasse, occorre ricordare che appartengono a gruppi francesi circa 1.900 imprese attive in Italia, che danno lavoro a 250mila persone, mentre il nostro Paese ha circa duemila imprese Oltralpe, con più di 100mila dipendenti.