Restituire parte del proprio (sontuoso) stipendio, dopo le polemiche sulla sua entità. E’ accaduto a John Ridling, direttore generale del Financial Times, il prestigioso quotidiano finanziario inglese rilevato nel 2015 dal gruppo editoriale giapponese Nikkei per la cifra di 1,14 miliardi di euro. “La nuova proprietà mi ha riconosciuto una remunerazione elevata in maniera assolutamente indipendente, e la somma è fortemente legata alle performance”, ha precisato il manager prima di decidere di cedere alle pressioni della redazione e di restituire alle casse del giornale quasi 3 milioni di euro: per la precisione 2,6 milioni di sterline, pari a 2,9 milioni di euro. Una somma non indifferente, della cui restituzione sono stati informati tutti i giornalisti attraverso una email spedita stamattina proprio da Ridling in persona, secondo quanto ha riportato Reuters.
“Sebbene i nostri conti siano solidi – ha aggiunto il direttore generale di Ft – riconosco che l’aumento del mio reddito nel 2017 sia stato percepito come un’anomalia e abbia creato inquietudine presso il personale”. Solo l’anno scorso, Ridling aveva incassato un aumento di oltre mezzo milione di euro (570.000 euro), che ha deciso di reinvestire interamente nel giornale. Questi soldi, insieme agli altri per arrivare alla cifra di quasi 3 milioni, saranno destinati a favorire l’accesso delle donne ai piani alti dell’azienda e a ridurre le differenze salariali tra uomini e donne nella redazione. “Quello che resta sarà utilizzato per contribuire a raggiungere gli obiettivi finanziari del gruppo”, ha specificato Ridling.
Il sindacato dei giornalisti ha accolto con favore la decisione, insistendo però sul fatto che la cifra – secondo loro – non è abbastanza alta. In un comunicato la redazione chiede un trattamento migliore per gli stagisti e l’adeguamento dei salari all’inflazione per tutti i dipendenti. I giornalisti chiedono anche che il direttore generale Ridling comunichi il suo salario per il 2018 e gli eventuali bonus che andrà a percepire quest’anno.