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Finali Nba, LeBron James sfida i Warriors

Prima ancora di incominciare e di avere una idea di come finirà, la finale Nba tra i Cleveland Cavaliers di LeBron James e i Golden State Warriors di Stephen Curry è già una finale da record. Intanto, perchè è la prima volta in assoluto nella storia del massimo campionato cestistico planetario che le stesse squadre si giocano la finale per tre anni di fila. E poi perchè una delle due, quella che ha vinto due anni fa e che gioca le partite casalinghe a Oakland, in California (dove si giocherà gara-1 stanotte alle 3 italiane, perchè anche questa volta Golden State ha il vantaggio del campo), si presenta all’appuntamento con un primato mai visto e al massimo eguagliabile: ha vinto tutte le partite dei playoff, un 12-0 inedito e implacabile.

Percorso quasi netto anche quello dei Cavs, che però una gara l’anno persa, in casa contro Boston nella finale di Conference: un 12-1 che sarebbe stato un record senza i Warriors, eguagliando i Bulls di Jordan del 1991 e del 1996. Nonostante entrambe le squadre siano arrivate in scioltezza alla finale e i detentori siano proprio i campioni dell’Est, a Las Vegas, patria delle scommesse e del gioco d’azzardo, non hanno però dubbi nel dare fortemente in vantaggio i Warriors per la vittoria del titolo. Ponendo il caso che s’investano cento dollari sulla finale Nba, in caso di vittoria dei Warriors ne si porterebbe a casa 38.64 (-260), mentre con la vittoria dei Cavs 220 (+220). Nello strano sistema di gambling americano è possibile scommettere dei soldi e azzeccare vincendo meno di quello che si è puntato, ma la larghissima forbice che divide i due pronostici fa capire quanta differenza ci sia a bocce ferme.

Questo perchè rispetto alla finale clamorosamente persa lo scorso anno (3-4 facendosi rimontare da 3-1 e perdendo due delle ultime tre gare in casa), i “guerrieri” californiani hanno calato l’asso: in estate è arrivato Kevin Durant, stella degli Oklahoma City Thunder, a rinforzare ulteriormente una squadra già fortissima con l’mvp 2016 (votato all’unanimità, prima volta nella storia) Curry ma anche Klay Thompson, Draymond Green e altri giocatori che hanno ancora una volta fatto dei gialloblù la squadra più vincente, nella stagione regolare, dell’intera lega.

La stagione regolare conta però fino a un certo punto e questo lo sa benissimo Cleveland, che l’anno scorso ha ribaltato il fattore campo e quest’anno è finito addirittura secondo nella Eastern Conference e quinto dell’intera lega a pari merito con squadre del calibro (inferiore) di Toronto, Los Angeles Clippers e Utah. Da novembre ad aprile i ragazzi guidati dall’impagabile leadership di LeBron James hanno perso 31 partite su 82, effettivamente non poche per una squadra che vuole il titol. Ma ora si riparte da zero. Si riparte da un James mai così determinato e incisivo ai playoff, durante i quali ha stradominato il tabellino in quasi tutte le partite, superando anche un certo Michael Jordan per punti segnati.

LeBron James è più che mai motivato a tenere il Larry O’Brien Trophy nella sua Cleveland, dove lo ha portato per la prima volta nella storia dodici mesi fa (per lui era invece il terzo titolo personale, dopo i due a Miami): al suo fianco Cleveland ha costruito una squadra comunque più forte dello scorso anno, dove oltre all’ottimo Kyrie Irving militano anche Kevin Love, Tristan Thompson, JR Smith e da gennaio uno dei tiratori più letali dell’Nba, Kyle Korver. Basterà per superare gli uomini guidati da Steve Kerr, che di Michael Jordan fu compagno di squadra all’epoca del “Three-peat”?

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