Miami Heat 103- San Antonio Spurs 100
Gli Spurs potevano quasi sentirne il profumo. Il quinto titolo della loro storia era lì a un passo, sul +13 nel terzo periodo, prima che si accendesse la rimonta Heat, o sul +5 a 28 secondi dal termine, prima che la tripla di Ray Allen fissasse il risultato sul pareggio, mandando tutti all’Overtime. A quel punto, con Parker e Ducan ormai sulle ginocchia, ad avere la meglio è stato Lebron James e la maggiore freschezza di Miami.
Si andrà a gara 7, dunque, quando nessuno sembrava più aspettarselo. E adesso la favorita sembra proprio essere Miami. Non solo perchè è probabilmente più forte dei suoi avversari, nè perchè giocherà in casa, ma semplicemente perchè vincere in questo modo ti dà una spinta enorme, e, soprattutto, perchè perdere in questo modo fa troppo male. Gli Spurs hanno puntato fortissimo su gara 6, per chiudere la serie questa notte, come dimostra la prova vintage di Tim Duncan, autore di 25 punti nel solo primo tempo (alla fine saranno trenta, con 17 ribalzi) e sono si ritrovati a perdere nel modo più doloroso e sfiancante, dopo aver spremuto i suoi campioni più vecchi e malconci per oltre 40 minuti ciascuno.
La partita è stata bellissima, senza dubbio la più bella di queste finali. Un’istant classic, direbbero dall’altra parte dell’oceano. Le squadre vanno avanti a braccetto nei primi ventiquattro minuti di gioco, con qualche piccolo strappo sempre ricomposto. Il primo quarto si chiude con i padroni di casa in vantaggio per due punti (sul 27 a 25), dopo che entrambe le squadre hanno tirato con percentiali altissime. Nel secondo calano le percentuali al tiro, ma soprattutto, scompare dal campo Lebron James, che si trascina in un’abulia difficile da decifrare. Per il primo allungo targato Spurs, però, bisogna aspettare l’ultimo minuto del primo tempo, chiuso sul 50 a 44 per i neroargento grazie a Duncan e Leonard.
Ma è nel terzo quarto che San Antonio scava il primo vero solco tra sè e gli avversari. Spinti da Tony Parker gli Spurs si portano fino al +13, mentre gli Heat cercano di mantenersi in contatto con i canestri di Chalmers e Wade, con Lebron ancora inesistente. Il periodo si chiude sul 75 a 65.
Nel periodo conclusivo, però, si accende Lebron James, mentre gli Spurs non segnano più. Il sorpasso si concretizza a sei minuti dal termine, grazie a un canestro di Ray Allen. San Antonio tiene botta e torna avanti, portandosi sul +5 a 28 secondi dalla fine. Sembra quasi finita. Ma poi arriva la tripla di Lebron che accorcia sul -2. Leonard, autore dell’ennesima prova di altissimo livello, va in lunetta e sbaglia il primo dei due tiri liberi: è +3 Spurs e palla a Miami. La tripla di James (tripla doppia da 32 punti, 10 rimbalzi e 10 assist per lui a fine gare) trova solo il ferro, ma Bosh raccoglie il rimbalzo offensivo e dà ad Allen che esce a ricciolo dai blocchi e piazza la tripla a 5 secondi dalla fine. l’ultima preghiera di Parker è vana.
Nell’overtime dominano la confusione e la paura. Gli Spurs non ne hanno più, nè di gambe nè di testa, e un pessimo ginobili continua a fare più danni della grandine, perdendo palloni su palloni. Non segna più nessuno, e agli Heat basta il mini allungo di James e Allen, ancora loro, per chiudere sul 103 a 100 e mandare tutti alla settima partita.
Adesso l’inerzia è tutta dalla loro parte, mentre San Antonio dovrà rialzarsi dalla più dura delle sconfitte, quella che arriva quando hai già toccato il traguardo, e il cielo, con un dito, e poi qualcuno ti toglie via tutto. Ma come insegna la partita di stanotte, nel basket tutto può succedere. Per svelare il mistero, bisognerà attendere solo due notti.