Il basket Nba è quello sport in cui 30 squadre si sfidano per 6 mesi e poi in finale ci vanno Cleveland e Golden State. Questa è la battuta più ricorrente sui social da qualche giorno, cioè da quando le finali di conference (entrambe finite a gara 7) hanno stabilito che anche quest’anno la finalissima per il titolo Nba sarà tra i Golden State Warriors di Kevin Durant e del redivivo Steph Curry e i Cleveland Cavaliers dell’inossidabile e mai in forma come in questo periodo LeBron James.
Per James questa è l’ottava partecipazione consecutiva alle Finals (tra Miami e Cleveland): un record che condivide solo con altri cinque giocatori in tutta la storia dell’Nba, e nessuno di questi è contemporaneo. Nemmeno Sua Maestà Michael Jordan figura tra questi, per intenderci. E in pochissimi, probabilmente nessuno, ci erano riusciti con intorno a sé una squadra così debole come i Cavs di quest’anno, ribaltati dal mercato sia all’inizio sia a metà della stagione e mai del tutto convincenti, tant’è vero che hanno chiuso solo al quarto posto la regular season. Ma mai come in questi playoff, i wine&gold sono stati presi per mano dal proprio leader, il “prescelto” di Akron, che ha portato in Ohio il primo titolo della storia due anni fa (in un’altra indimenticabile finale contro Golden State, vinta in gara 7 a Oakland) e che ci vuole riprovare di nuovo.
Inutile dire che anche la quarta finale di fila con le stesse due squadre è un record assoluto: ma lo era già la terza consecutiva di dodici mesi fa, quella vinta senza discussioni dai Warriors, con Kevin Durant Mvp a mani basse. Al massimo in Nba, dove a differenza che nel calcio europeo si tende sempre a equilibrare la concorrenza tramite strumenti come il salary cap e il draft, si era arrivato a due finali di fila con le stesse franchigie protagoniste: capitava ai tempi della rivalità Lakers-Celtics, ad esempio. Quest’anno sembrava la volta buona per rompere questa egemonia, e infatti le finalista hanno dovuto faticare più che in passato per superare le resistenze di Houston e Boston, arrivate ad un passo da una finale che non sarebbe affatto stata uno scandalo.
La prima gara si gioca nella notte italiana a Oakland, in casa dei Warriors che disputeranno tra le mura amiche anche gara 2 e l’eventuale bella di gara 7, avendo un miglior record in stagione regolare rispetto ai Cavaliers, come regolarmente accade da quattro anni a questa parte. Cleveland infatti ha sempre giocato, e ancora di più questa volta, la finale da sfavorita: con il fattore campo sfavorevole (ma è stato ribaltato in questi playoff sia contro Toronto che contro Boston) e con una squadra oggettivamente meno competitiva sulla carta. Ma per l’ottavo anno consecutivo, ci sarà il fattore LBJ.