E’ partito oggi a Casal di Principe (Caserta) il Campo nazionale Giovani della Fim Cisl su Legalità e Lavoro. Al campo, che si svolge nella terra di don Peppe Diana – il sacerdote ucciso venti anni fa dalla camorra perché impegnato nell’educazione alla legalità e nel contrasto del potere mafioso – partecipano 50 delegati sindacali under 35 provenienti da tutte le regioni italiane.
Il sindacato dei metalmeccanici della Cisl è da anni è impegnato sul tema della legalità e della formazione; questo campo giovani segue l’iniziativa realizzata il 29 aprile scorso ad Aversa, come prologo alla Festa del lavoro, per premiare le aziende del territorio che si sono contraddistinte per la lotta alla criminalità e la partecipazione dei lavoratori. Con questo campo di lavoro e formazione, la Fim Giovani intende rafforzare il rapporto con la rete associativa impegnata nell’economia civile e in particolare sul territorio dell’agro aversano con il Consorzio NCO (Nuova Cooperazione Organizzata) che si occupa di servizi alla persona e utilizzo dei beni confiscati alla camorra per uso produttivo.
Il 23 giugno sarà presente anche il Segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli per un incontro sul tema del sindacato del futuro e la rappresentanza dei giovani nel lavoro che cambia. Per il leader della Fim Bentivogli il lavoro è il primo presidio di legalità contro la camorra e la malavita organizzata, specie nel Mezzogiorno del Paese ma non solo. Per questo bisogna lavorare per valorizzare e sostenere il lavoro onesto e i progetti di cooperazione virtuosi. Dentro questa visione della rappresentanza la formazione è sicuramente un tema strategico per un sindacato che affronta le novità, che studia, che fa analisi nuove e riscopre lo spirito di frontiera, frequentando le periferie e i luoghi di lavoro.
Durante la settimana del campo i giovani delegati della Fim saranno impegnati in iniziative di carattere formativo ed educativo sui temi della legalità e del volontariato sociale e nella raccolta e produzione del pomodoro, a sostegno di un’attività economica finalizzata a restituire alla comunità locale i beni confiscati alla camorra e a creare lavoro nel rispetto dei diritti dei produttori, dei consumatori e dell’ambiente.