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Fibra ottica e sostenibilità per ridurre le emissioni di internet

Più il rame viene rimpiazzato dalla fibra e più stare connessi porta vantaggi, non solo a livello tecnologico ma anche ambientale riducendo, ad esempio, gli spostamenti casa/lavoro

Fibra ottica e sostenibilità per ridurre le emissioni di internet

Sono numerosi gli studi che stanno analizzando l’impatto delle reti per la trasmissione dei dati in termini di impatto ambientale. Quando si parla di inquinamento di internet bisogna prendere in considerazione diversi aspetti che vanno dalla costruzione dell’infrastruttura, all’impatto che ogni singolo utente ha sull’ambiente quando opera su device navigando su internet o spedendo una mail e anche quanto la presenza di una rete performante possa ridurre gli spostamenti delle persone privilegiando azioni da remoto rispetto alla presenza fisica.

In che modo la fibra ottica aiuta a proteggere l’ambiente?

Per quanto riguarda le infrastrutture di rete è lampante come ormai quelle che utilizzano il rame siano obsolete, poco preformanti e anche con un maggiore impatto sull’ambiente sia durante la loro realizzazione che mentre vengono utilizzate per scambiare i dati. Andiamo per gradi, la costruzione di reti che utilizzano rame richiede che questo sia estratto producendo, secondo uno studio di Carbon Smart del 2018, intorno a 1000 kg di CO2 ogni 2 chili estratti, mentre la creazione di un cavo in fibra di lunghezza equivalente richiede l’emissione di soli 0.06 kg di CO2. Inoltre, la stabilità e la grande capacità trasmissiva delle reti in sola fibra ottica permettono di svolgere attività da remoto riducendo, ad esempio, gli spostamenti casa/lavoro. Come sottolineato nello studio redatto da SQW nel 2013 sul mercato del Regno Unito, in cui si è stima che il raggiungimento di una copertura broadband su larga scala entro il 2024 avrebbe portato a una riduzione di 2.3 miliardi di km nelle tratte casa/lavoro, portando a un risparmio di 0.24 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

La fibra di Open Fiber ha già raggiunto quasi 15 milioni di unità

L’Italia, con l’arrivo di Open Fiber che sta realizzando una rete integralmente in fibra ottica e che ha già raggiunto poco meno di 15 milioni di unità immobiliari in tutto il Paese, sta risalendo le classifiche in termini di riduzione del digital divide che fino a pochi anni fa la vedevano negli ultimi posti dell’UE. In termini di sostenibilità Open Fiber è nella posizione di valorizzare anche la sua sostenibilità intrinseca in termini ambientali, economici e sociali. Realizzando un’infrastruttura di TLC all’avanguardia, Open Fiber può fornire un contributo concreto a raggiungere alcuni SDGs (Sustainable Development Goals), i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, consente di dotare le comunità di infrastrutture moderne e resilienti; contribuisce a ridurre le diseguaglianze all’interno del Paese abbattendo il digital divide; è fondamentale per rendere Città e Comunità sostenibili.

Open Fiber e Aspi per la digitalizzazione delle infrastrutture

In una visione più ampia le applicazioni delle reti in fibra ottica permettono a smart cities e smart roads di funzionare rendendo più efficienti gli spostamenti e la logistica, riducendo gli sprechi esercitando un monitoraggio dei consumi e manutenzione predittiva delle infrastrutture. Tutto questo è a centro del Memorandum of Understanding – accordo formale senza applicazione legale tra le parti – recentemente firmato con Aspi volto a potenziare i progetti di digitalizzazione delle infrastrutture, viarie e di rete, attraverso la realizzazione di iniziative in ambito smart cities, sistemi ITS (Intelligent Transport Systems), smart roads, e-mobility e, più in generale, mobilità sostenibile e innovativa.

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