Il Po sarà salvato da una rete di fibre ottiche. Le sue piene con danni periodici all’economia e all’agricoltura saranno tenute sotto controllo da uno speciale sistema. I rischi dovrebbero ridursi dopo l’installazione delle apparecchiature. Le fibre da installare fanno parte del progetto italo svizzero “Fibra Dike” che mette insieme l’Aipo (Agenzia Interregionale per il Po) e la scuola universitaria Svizzera di Rapperswill. Alla base della collaborazione c’è una identica fragilità tra i territori italiano e svizzero esposti a variazioni climatiche ed idrauliche con conseguenze socio economiche di ogni tipo. Il grande corso d’acqua italiano che nella storia recente conta oltre 100 esondazioni con morti e distruzioni, ha bisogno di interventi strutturali che ne rilancino la funzione sociale e produttiva. Alcuni, come diremo più avanti, sono già in atto e scambiati in un rapporto tra Regioni e Governo
Po sorvegliato speciale: è una risorsa per quattro Regioni
Meuccio Berselli direttore dell’Agenzia Interregionale alla presentazione del progetto ha spiegato che oltre agli interventi di manutenzione ordinaria che comportano anche nuove opere idrauliche, il partenariato con la Svizzera integra le attività di ricerca sulle cause delle esondazioni. Si punta ad ” utilizzare al meglio le nuove tecnologie al fine di individuare risposte più efficaci e rapide ai possibili fenomeni di piena“. Le operazioni di controllo analizzeranno in tempo reale la solidità degli argini calcolando le portate d’acqua. Tra siccità e piene il fiume negli ultimi anni è diventato un ottimo caso di studio per l’ambiente e la climatologia. Il valore dell’intero bacino è piu’ di un’industria con caratteristiche naturali e storiche valutate in milioni di euro: dalla pesca, all’agricoltura, ai trasporti, al turismo. Le fibre ottiche saranno testate nei laboratori dell’Agenzia su un modello di argine artificiale. Il progetto, accattivante dal punto di vista ambientale e della sicurezza, dovrebbe collegarsi anche agli interventi pubblici per migliorare la navigazione nelle quattro Regioni attraversate.
I progetti per migliorare navigazione e biodiversità.
La Lombardia recentemente ha approvato una delibera che stanzia 59 milioni di euro in base ad un accordo con il Ministero delle Infrastrutture. Soldi utili a potenziare principalmente il sistema idroviario padano-veneto. Tra pochi giorni ci sarà la firma dell’accordo con l’Aipo per ottimizzare anche la navigazione di alcuni tipi di imbarcazioni commerciali da Piacenza alla Foce del Mincio o nei pressi di Mantova e Ostiglia. Attenzione sulle condizioni del fiume è stata data anche dal Ministero della transizione ecologica che gestisce uno speciale programma di azione del valore di 360 milioni di euro. Il progetto ”Fibra Dike” dovrebbe agevolare la rinaturazione del fiume, almeno lungo un tratto di 37 km. Qui c’è l’impegno a concludere i lavori entro marzo 2026. Gli interessi economici legati alla navigabilità del grande fiume sono certamente al vertice della spesa pubblica. Ma non è secondario il recupero della biodiversità dell’intero bacino per cui si battono le associazioni ambientaliste e alcune organizzazioni produttive. Dal 2023 dovremmo avere uno scenario diverso.