E’ Fiat, attraverso la sua controllata Fiat Finance and Trade, la prima corporate italiana a raccogliere fondi sul mercato dei capitali dopo le elezioni politiche italiane di fine febbraio e il downgrade da parte di Fitch della Repubblica di venerdì, attirando ordini per ben 7,25 miliardi.
La casa automobilistica ha lanciato stamane un bond ‘high yield’ a 5 anni (scadenza 15 marzo 2018) che verrà prezzato più tardi oggi per offrire un rendimento del 6,625%, pagando un premio di soli circa 40 pb sul bond che la stessa Fiat ha sul mercato secondario con la stessa scadenza.
“Si era partiti stamane con una prima indicazione del rendimento con un premio di 100 punti base sopra il vecchio bond 2018 – anche vedendo come erano andate le ultime emissioni in ambito europeo -, ma l’esplodere dei book ha consentito la riduzione di tale spread” dice una delle banche.
Né l’incertezza politica emersa dal voto, né il downgrade di Fitch sull’Italia hanno rallentato il passo degli investitori alla ricerca di nuovo rendimento. “Come del resto ha anche detto Mario Draghi la scorsa settimana, le vicendo politiche italiane sono trascurate dai mercati in questo momento” dice un dealer.
La prima ipotesi di rendimento stamane all’apertura dei book era di ‘area 7%’, ovvero di ‘area 605 punti base sul midswap’, poi rivista a 6,75% +/- 0,125%.
RIUSCITA A CONTENERE RENDIMENTO RISPETTO A CONCORRENTI
“Fiat – rispetto a Peugeot – ha visto negli ultimi tempi una buona performance in borsa anche sulla scia dei progressi sul piano degli accordi sindacali e il procedere sulla strada del controllo su Chrysler” dice un dealer.
La scorsa settimana Fiat e i rappresentanti sindacali, Fiom esclusa, hanno raggiunto l’accordo sul rinnovo del contratto per gli oltre 70.000 dipendenti del gruppo automobilistico in Italia . Il titolo in borsa ieri è finito in asta di volatilità dopo un rialzo di oltre il 3%, mentre oggi è cedente a 4,45 euro (-2,63%).
“Rispetto a Peugeot, Fiat ha il vantaggio di essere riuscita a mettere le basi sul mercato statunitense, uno dei pochi al mondo, insieme a quello cinese, che sta reagendo positivamente alla crisi” dice un dealer .
“Il bond di Fiat luglio 2018 già sul mercato, prima del lancio del nuovo bond quotava un rendimento del 6%, per poi allargarsi stamane a 6,3%” dice un dealer.
Si tratta di un bond lanciato nel 2011 per 600 milioni con cedola 7,375% che ha visto un prezzo massimo prima delle elezioni a 107,25 per un rendimento del 5,75% che poi ha segnato un massimo a 6,20% dopo il voto. Ieri il bond ha chiuso a 106,60 per un rendimento del 5,90%.
L’ultima emissione di Fiat risale al novembre scorso quando è stato riaperto un bond con scadenza 2016 da 600 milioni collocato a luglio, con il collocamento di altri 400 milioni.
Le banche a guida dell’operazione sono Banca IMI, Barclays, Credit Agricole, Mediobanca, RBS, Santander e UBS.
I rating attesi per l’emissione – tutti di tipo junk – sono ‘B1’ per Moodys e ‘BB-‘ S&P e Fitch.
Invece il rating dell’emittente è a ‘BB-‘ per Fitch, recentemente (25 febbraio) tagliato di un notch. Moody’s lo aveva tagliato sempre di un notch a ‘Ba3’ lo scorso ottobre, mentre S&P’s lo aveva portato sullo stesso livello di Fitch di ‘BB-‘ nell’aprile dello scorso anno.