“Continuiamo a investire e a credere nell’Italia“. Lo ha detto l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, intervenendo all’assemblea di Confindustria Firenze.
“Dal 2004 alla fine del 2012 abbiamo destinato in investimenti, ricerca e sviluppo all’Italia 23,5 miliardi di euro – ha proseguito Marchionne –. A fronte di questo enorme sforzo abbiamo ricevuto agevolazioni pubbliche, previste dalle norme italiane ed europee, pari a 742 milioni di euro. Agevolazioni peraltro disponibili a tutte le aziende. Questo significa che abbiamo creato lavoro e benessere”.
Secondo l’ad, il progetto del Lingotto per la produzione in Italia “porterà in 3-4 anni al pieno impiego dei lavoratori. La scelta più razionale sarebbe quella ci chiudere uno o due stabilimenti in Italia, anche per far fronte alla sovraccapacità produttiva. Abbiamo invece detto e lo ribadisco che non chiuderemo nessuno stabilimento in Italia. Abbiamo sempre gestito la nostra libertà con coscienza”.
Infine, un piccolo sfogo: “Fiat non è più quella del 2004 – ha concluso Marchionne –, ma è considerata ancora una azienda italiana che si porta dietro tutti i pregiudizi, come quelli sulla qualità dei prodotti e quello di vivere alle spalle dello Stato con aiuti pubblici”.
Quanto alla crisi economica generale, “viviamo in una fase di emergenza che richiede interventi rapidi e incisivi – ha detto ancora Marchionne -. Dobbiamo scommettere sul futuro dell’Italia. Serve uno scatto d’orgoglio, uno sforzo collettivo, una specie di patto sociale, chiamatelo piano Marshall per l’Italia o come volete. Un piano di coesione nazionale per la ripresa economica”.
All’iniziao del pomeriggio il titolo Fiat guadagna circa mezzo punto a Piazza Affari.
