“Ci stiamo muovendo, possiamo essere un socio attivo in qualsiasi paese del mondo“, e se in Europa non ci sono più molte possibilità, “il mondo è aperto” e in particolare in Asia “ci sono moltissime opportunità da esaminare”. Lo ha annunciato oggi da Bruxelles, dove si trova in qualità di presidente dell’Acea, l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne. Dopo aver chiarito che “partirà prima lo stabilimento di Mosca”, Marchionne – che è a Bruxelles come presidente dell’Acea – ha aggiunto: “In Russia faremo la jeep, spero cominciando entro il 2013 in uno dei due stabilimenti”.
Quanto alla strategia da seguire in Italia, Marchionne ha detto che il Lingotto manterrà le scelte industriali soltanto “a chiare condizioni”, perché non è pensabile “continuare a perdere soldi in Europa semplicemente per tenere in piedi un sistema industriale che economicamente non ha basi”.
Allargando lo sguardo all’Europa, il manager italo-canadese ha dato ragione al presidente della Bce: “Draghi – ha detto – è stato molto chiaro: bisogna ripensare e ridimensionare il sistema del welfare. È un processo complesso, ma deve essere fatto, e ogni ostacolo che sarà gettato in questo processo lo rallenterà. Chiunque gestisce una multinazionale capisce che il mondo è piatto, dal punto di vista commerciale. Non esiste la nozione che noi europei siamo diversi. Bisogna riconoscere le sfide, non possiamo continuare a ignorarle”. Anche perché “circa il 20% della capacità produttiva del settore automobilistico europeo può essere vista come strutturalmente ridondante“.
Infine, le previsioni: dopo una situazione “piuttosto difficile” nel 2011, “il 2012 sarà probabilmente ancora un anno relativamente difficile” per l’industria europea dell’auto, con “un declino dei volumi” delle vendite sui mercati europei, e “prospettive che continuano a essere impegnative per i costruttori d’automobili”.