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Fiat e banche ridanno fiato a Piazza Affari dopo le turbolenze dei giorni scorsi

Milano chiude in rialzo dell’1,13% e fa meglio del resto dell’Europa – Banca Intesa (+2,6%) guida la ripresa dei bancari, dopo giorni difficili.

Fiat e banche ridanno fiato a Piazza Affari dopo le turbolenze dei giorni scorsi

L’ottima risposta del mercato all’annuncio del prossimo consolidamento dei conti Chrysler in Fiat e la riscossa delle banche dopo le perdite di inizio settimana sono state le note dominanti di una seduta distinta, un po’ in tutta Europa, da una brusca accelerazione nell’ultima parte della giornata. Anche grazie ad alcune indicazioni sul fronte macroeconomico. A Milano l’indice Ftse Mib è salito dell’1,13%, più che nel resto d’Europa: Londra (+0,29 il Ftse 100), Parigi (+0,25% il Cac 40), Francoforte (+0,33% l’indice Dax)

ALLA VIGILIA DELLE ASTE MIGLIORA LA FORBICE BTP-BUND

Sul fronte della crisi della periferia di eurozona, innanzitutto, c’è da registrare che il parlamento finlandese non ha seguito l’esempio della Norvegia, che ha congelato i prestiti ad Atene. Al contrario, l’assemblea di Helsinki ha approvato le misure di sostegno al Portogallo. Intanto, dalla Grecia il premier Papandreou ribadisce la volontà di impegnarsi per far passare, senza sconti, le misure di austerity. Il risultato è un calo delle tensioni sul fronte obbligazionario, come testimonia il calo dello spread tra Btp e Bund a 167 punti base (contro 175) mentre l’euro si assesta a quota 1,407 (contro 1,4010).

Contrastanti, invece, sono i segnali in arrivo dagli Usa. A partire dall’energia, dove comunque perdura l’effetto Goldman Sachs: il report della banca d’affari, che ha individuato un nuovo target a 130 dollari al barile, anche perché comincia a farsi sentire in sede Opec l’assenza delle forniture dalla Libia, ha prevalso sugli indicatori di mercato da cui è emerso, a sorpresa, che a maggio le scorte di greggio sono cresciute negli Usa di 610 mila barili mentre riserve di benzina, 3,8 milioni, si attestano sui massimi stagionali. Nonostante questi numeri il greggio Wti è balzato però sopra quota 100 dollari.

Continua intanto l’erosione dei prezzi delle case, seppure ad un ritmo (-0,2% a marzo) inferiore alle rilevazioni precedento, Il segnale d’allarme, però, arriva dal dato sull’ordinativo dei beni durevoli: -3,6 % ad aprile, il dato peggiore dallo scorso ottobre, assai più pronunciato delle previsioni (-2,5%).

 

MEDIOBANCA E CITI PROMUOVONO FIAT

In occasione della presentazione della nuova Y 10 Sergio Marchionne ha rivelato alcuni passaggi del processo di integrazione tra Fiat e Chrysler, ormai controllata al 46 per cento: la società Usa entrerà già all’inizio di giugno nel consolidato del Lingotto; entro l’anno Fiat (+3,26 a 7,12 euro) salirà almeno al 51 %, magari rilevando la quota residua del Tesoro Usa (che ancora controlla il 6,6%); per la quotazione sarà decisivo il parere del fondo Veba del sindacato, che ha ancora in mano il 45,5% che intende valorizzare nel modo più profittevole. In ogni caso Fiat ha in mano un’opzione, da esercitare in varie tranche dal luglio 2012 al 2016, sul 40% del sindacato.

Ma, più che gli aspetti tecnici, conta l’effetto “accrescitivo” del valore di Fiat, grazie all’acquisto di Chrylser che permetterà di compensare la debole domanda europea. E’ il motivo alla base del convinto “Buy” di Mediobanca, preceduto da un consiglio ancor più netto di Citi.

L’America porta bene anche a Prysmian: dopo il contratto da 175 milioni di dollari per i cavi che collegheranno New York alla rete del New Jersey il titolo è salito dell’1,47 per cento.

 

INTESA GUIDA IL RIMBALZO DELLE BANCHE

L’altro tema forte, un po’ in tutta Europa, è stata la riscossa delle banche, che in questi giorni hanno scontato in maniera pesante la “sindrome greca” Ne ha tratto giovamento, in particolare, Banca Intesa (+2,65) che recupera di slancio buona parte del terreno sacrificato nei primi due giorni di aumento di capitale. Il titolo ha chiuso in rialzo del 5,07 % a 1,76 euro , segue Unicredit (+ 2,69%), il Banco Popolare ( +2,50%) e Bpm (+3,91%) cui non ha nuociuto la multa inflitta da Consob ai vertici di piazza Meda per irregolarità nel collocamento del convertibile 2009/13.

 

Una nota negativa arriva da Finmeccanica (-0,41%). A giudizio di Goldman Sachs il titolo è “sell”: “nella nostra view – si legge nel report dedicato alla conviction sell list – Finmeccanica dovrà affrontare sfide impegnative per difendere profitti e ricavi visto che i principali clienti sono i i governoi di Italia, Regno Unito e Stati Uniti”, obbligati, per motivi diversi, a tagliare le spese.

 

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