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Fiat, confermate le previsioni di bilancio: utili a 1,95 miliardi nel 2013

La tempesta in arrivo da Kiev frena anche Fiat (-1%) nel giorno del Cda che ha approvato il bilancio 2013 da sottoporre all’assemblea dei soci il prossimo 31 marzo – Nessuna sorpresa rispetto ai dati resi noti il 29 gennaio scorso: utile netto consolidato a 1,95 miliardi ma il bilancio di Fiat Spa si è chiuso invece con una perdita di 227 milioni.

Fiat, confermate le previsioni di bilancio: utili a 1,95 miliardi nel 2013

MEDIOBANCA: LA FIAT USA E’ UNA BUONA OCCASIONE. IL LINGOTTO ARCHIVIA IL 2013 CON 1,95 MILIARDI DI UTILI

La tempesta in arrivo da Kiev frena anche Fiat -1% nel giorno del cda che ha approvato il bilancio 2013 da sottoporre all’assemblea dei soci il prossimo 31 marzo. Nessuna sorpresa rispetto ai dati resi noti il 29 gennaio scorso, ma resta viva l’attenzione del mercato per le prossime mosse del titolo, in ascesa del 30% da inizio anno, ma che secondo i broker può offrire altre sorprese di qui alla presentazione del piano industriale (inizio maggio) e l’annuncio delle modalità per finanziare la fusione con Chrysler.

Ma partiamo dai numeri. In sintesi l’utile netto consolidato è stato di 1,95 miliardi di euro mentre l’utile della gestione ordinaria a 3,39 miliardi. Sull’utile netto incidono componenti atipiche positive per circa 1 miliardo di euro e includono il beneficio di circa 1,5 miliardi di euro per imposte differite attive nette non ricorrenti relative a Chrysler. Nel 2012 l’utile della gestione ordinaria era pari a 3,5 miliardi di euro e l’utile netto era di 896 milioni di euro (rideterminati a seguito dell’adozione dell’emendamento allo Ias 19) con componenti atipiche negative per 244 milioni di euro. Il patrimonio netto consolidato (Gruppo e Terzi) al 31 dicembre 2013 ammonta a 12,58 miliardi di euro (8,36 al 31 dicembre 2012 rideterminato a seguito dell’adozione dell’emendamento allo Ias 19).

Il bilancio di Fiat Spa si è chiuso invece con una perdita di 227 milioni (rinviati a nuovo) contro i 152 milioni nel 2012 “che riflette essenzialmente – spiega la nota del Lingotto – gli oneri finanziari e i costi netti di gestione mentre il risultato delle partecipazioni è in sostanziale pareggio”.  L’attenzione degli analisti è concentrata sulle prossime tappe di Fiat Chrysler Automobiles: la presentazione dei piano industriale di maggio e le modalità che Sergio Marchionne sceglierà per finanziare l’operazione di fusione tra Fiat e Chrysler, un passo che l’ad, come da lui dichiarato, intende compiere già nel 2014.

A questo tema (ma non solo) Mediobanca Securites ha dedicato ieri un report su Lingotto promuovendo l’azione da neutral a outperform con un target price a 9 euro. A proposito delle opzioni di finanziamento gli analisti non escludono ma non danno per probabile un aumento di capitale (opzione suggerita da Morgan Stanley che sul titolo mantiene un sell). Per Mediobanca l’opzione più probabile è un bond convertibile che ha il vantaggio di essere emesso a premio rispetto al prezzo delle azioni. Ma non mancano altre opzioni di finanziamento che potrebbero evitare alla holding di controllo, Exor, far fronte ad un esborso di cassa: un’Ipo della Maserati o una vendita di una quota della Ferrari alla stessa Exor.

Al di lì delle scelte, resta il fatto che la fusione potrebbe consentire di far emergere il valore “nascosto” di Fiat attraverso la valorizzazione della somma delle parti inespressa, calcolata in 10 euro. Fiat,  una volta chiusa la fase di transizione del 2014/15, nella sua nuova forma (il 100% di Chrysler, la sede  fiscale nel Regno Unito e la quotazione a New York) potrebbe avere un utile per azione normalizzato di 1,85 euro. Ciò implicherebbe un multiplo prezzo/utile di 4 volte rispetto alla media storica del settore (pari a 9 volte) o un tasso interno di rendimento (IRR) 2016 del 40 % ai prezzi correnti.

Nel frattempo, secondo il report la valutazione di Fiat già incorpora le difficoltà del mercato brasiliano (la svalutazione del cambio real brasiliano/euro è nota e i margini di Fiat nel settore sono passati dal 9,6% nel 2012 al 6,2% nel 2013 e al 2% nel quarto trimestre 2013) ma non i risultati dei brand del lusso e la possibile ripresa in Europa. In attesa del nuovo piano industriale che sarà presentato a maggio, gli analisti hanno alzato le stime sul gruppo in media dell’8% per il periodo 2014-2016 considerando sia i dati recenti sulle immatricolazioni in Ue a gennaio (+5,5% anno su anno), che  porta a prevedere un aumento delle vendite del 2% nella Ue nel 2014 sia il miglior risultato della gestione ordinaria di Ferrari e Maserati che a gennaio ha registrato 1,8mila automobili (contro le 400 di gennaio dello scorso anno) in attesa di trarre beneficio dalle vendite della  Ghibli.

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