FIAT-CHRYSLER. AL CDA DEL 25 LA NUOVA ORGANIZZAZIONE
25 SETTORI COMUNI SOTTO 25 MANAGER E IL MONDO DIVISO IN 4 AREE
Nel week end, of course, di lavoro al Lingotto, Sergio Marchionne non si è limitato a esaminare le conseguenze della sentenza del giudice Vincenzo Ciocchetti sul ricorso Fiom su Pomigliano d’Arco. Buona parte della due giorni, infatti, è stata dedicata a mettere a punto gli ultimi aspetti della riorganizzazione del gruppo Fiat Chrysler, che sarà presentata al consiglio di amministrazione che si terrà in Brasile il 25-26 luglio. La novità più rilevante, anticipata da Automotive News, consiste nella creazione di quattro centri di comando regionali; Europa, Nord America, America Latina e Asia. Ciascuna zona avrà un suo responsabile cui dovranno riferire anche i top manager alla testa dei brand del gruppo. Quest ultimi dovranno così riferire sia a Marchionne che al capo area regionale.
La struttura, però, sarà dimezzata: i responsabili delle varie aree di attività, dalla ricerca al marketing passando per la produzione, gli acquisti e così via, avranno la competenza sia di Fiat che di Chrysler, sempre più unite sul piano funzionale e direzionale, in attesa di una svolta azionaria. I 25 supermanager che andranno a comporre lo steering committee che governerà l’asse Torino-Detroit sono stati scelti personalmente da Marchionne. Si dice rispettando, almeno in linea di massima, l’equilibrio tra i dirigenti in arrivo dal Lingotto e quelli di Auburn Hills. Sarà questa squadra di fedelissimi, secondo i programmi, a cercare di centrare l’obiettivo a cui punta Marchionne: 100 miliardi di euro di fatturato nel 2014, ovvero, al cambio attuale, 140 miliardi di dollari contro i 92,5 miliardi della somma dei fatturati delle due società a fine 2010. Infine, ultima novità: i conti condsolidati che verranno presentati al cda di Belo Horizonte, terranno conto di Chrysler solo a far data dal 24 maggio scorso.
I FONDI CHIEDONO A MARCHIONNE DI DELEGARE
C’E’ IL PERICOLO DI RIPETERE L’ESPERIENZA SGS
La sostanza dell’operazione è di delegare parte delle incombenze del super ceo di Fiat e Chrysler che oggi, con un’attività lavorativa di 18 ore al giorno, segue in prima persona il reporting di 50 top manager: 25 i Chrysler, 25 a Torino. Una piramide con effetti paradossali e pericolosi, come dimostra il precedente di Sgs. La società leader nella certificazione di qualità, che fa parte del portafoglio di Exor, ha comunicato venerdì risultati deludenti, che stanno impattando sui conti della finanziaria di casa Agnelli. Sgs, che rappresenta il 17% del Nav di Exor, ha perso venerdì il 7% e ieri ha segnato un ribasso dell’1,5% a 1.445 franchi, sui minimi da agosto del 2010.
La frana è legata alla forza del franco svizzero che pesa sulla competitività del gruppo, ma agli occhi dei mercati non è estraneo l’effetto M come Marchionne. SuperSergio, “scoperto” da Umberto Agnelli proprio in Sgs, ha svolto attività di supervisione sulla società ginevrina fino all’inizio dell’avventura Chrysler, quando ha dovuto, pensiamo con molto dolore, rinunciare a un lavoro supplementare. Da allora le cose hanno cominciato a peggiorare, confermando il sospetto che Marchionne, abilissimo nella conduzione aziendale, non è altrettanto bravo a creare una linea di comando in grado di funzionare anche senza il suo intervento diretto. Un handicap che i grandi investitori istituzionali americani giudicano molto grave.