Fiat acquista la statunitense Chrysler e diventa il settimo gruppo mondiale dell’automobile, ma oltreoceano, forse spiazzati dal colpaccio di Sergio Marchionne, la notizia passa quasi inosservata sulla stampa. L’unico a dare particolare rilievo all’affare è il Financial Times, che in apertura del sito sottolinea la mossa astuta dell’amministratore delegato italo-canadese, che “ha evitato speculazioni sull’Ipo di Chrysler, dopo l’annuncio lunedì di una imminente quotazione in Borsa” del gruppo americano.
Più debole l’importanza data dal sito finanziario Bloomberg, che anzi in un’analisi video si chiede se “Marchionne ha davvero ottenuto ciò che voleva con questa operazione?”. Sul Wall Street Journal, nella versione europea del sito, la notizia che ha scosso l’inizio del 2014 non trova spazio fra le prime tre, mentre sul New York Times, che tiene a precisare che “tra i tre maggiori gruppi statunitensi, Chrysler è il più piccolo”, non appare neanche tra le 10 più lette.
E In Europa? L’operazione Fiat-Chrysler trova ancora meno clamore, come per esempio sul francese Lefigaro.fr dove bisogna andare a metà delle pagine economiche per trovarla incastonata fra altre due notizie italiane: un’intervista a Mario Monti che dice che la Francia deve restare con la Germania il motore dell’Europa, e Venezia che vieta il transito alle navi da crociera. Anche su Le Monde la notizia è data in maniera piuttosto arida e in posizione arretrata, dopo l’aggiornamento sulle sorti del Transatlantico russo bloccato nei ghiacci dell’Antartide.
Poco risalto alla conquista americana di Fiat anche sulla stampa britannica, su quella spagnola e su quella tedesca, attualmente impegnatissima a seguire le tappe della vicenda Schumacher.