Donald Trump ha ormai adottato la strategia di Penelope. Nemmeno il tempo di permettere a Wall Street di festeggiare le buone nuove che lo staff del presidente ha annunciato martedì in materia di riforma fiscale e di accordo sul budget, che il Presidente si è impegnato a disfare la tela con una ferocia degna dei Proci piuttosto che della Regina. Dall’Arizona, l’inquilino della Casa Bianca ha minacciato di far cadere il governo Usa (shutdown) se non verrà portato a termine il progetto per la costruzione del muro al confine messicano ed è tornato a ventilare l’uscita della nazione dall’accordo di libero con Messico e Canada, il Nafta. Come se non bastasse, il New York Times scrive che Mitch McConnell, il leader dei repubblicani al Senato, non crede che Trump possa salvare la sua amministrazione dal caos, cosa che complicherebbe ulteriormente l’attuazione di un’agenda pro-crescita che resta un miraggio. Tutto questo non può che complicare il ruolo dei banchieri centrali, alla vigilia degli interventi che domani terrranno Janet Yellen e Mario Draghi a Jackson Hole, circondati dai giornalisti che, una volta l’anno, disturbano la quiete degli orsi del Wyoming.
In Italia, ma non solo, tiene banco uno spettacolo più modesto nei numeri, m non meno appassionante. Non c’è giorno senza che Fiat Chrysler non regali emozioni. E una costante variazione dei ruoli: il gruppo italo americano, da possibile preda dello shopping cinese, sta diventando protagonista di un possibile, pirotecnico break up miliardario. La Borsa applaude.
DEBOLE L’ASIA, BRASILE AI MASSIMI DAL 2011
In attesa degli interventi di Janet Yellen e Mario Draghi a Jackson Hole l’attenzione dei mercati si è concentrata sulle minacce di Trump al governo. Intanto arriva una nuova bomba sul Russiagate: Cnn rivela l’esistenza di una e mail in cui uno stretto collaboratore di Trump parla dell’organizzazione di un incontro segreto con Vladimir Putin.
Deboli i listini asiatici. Rallenta Shanghai -0,3%, in lieve ribasso Tokyo -0,1%. Pesa sui titoli siderurgici l’accordo con Toyota per un calo del prezzo dell’acciaio. In controtendenza Hong Kong +0,45% alla riapertura dopo il tifone. Sale Sidney +.025%, in ribasso Seoul -0,4%. Si è messa ancora in luce la Borsa brasiliana con un guadagno dello 0,7% che ha spinto l’indice Bovespa sui massimi da gennaio 2011. Fiducia nel piano privatizzazioni. In calo gli indici di Wall Street: Dow Jones -0,4%, S&P e Nasdaq -0,3%.
ALLEANZA GOOGLE-WAL MART CONTRO AMAZON
Nasce la santa alleanza anti Amazon -0,92% Wal-Mart -0,07% si allea con Google +0,23%per contendere a Jeff Bezos lo scettro dello shopping online. Il colosso Usa del commercio ha annunciato che entro la fine di settembre i propri clienti potranno fare ordini semplicemente a voce, attraverso la piattaforma del motore di ricerca.
IL CICLONE DIGITALE SI ABBATTE SULLA PUBBLICITA’: WPP -12%
Il colosso inglese della pubblicità Wpp lascia sul terreno a Wall Street l’11,49% dopo aver ridotto le stime sulla spesa dei grandi clienti. L’avanzata del digitale, ha ammesso il ceo Martin Sorrell, ha colpito duramente il settore. Soffrono anche Omnicom –6,94% e Interpublic Group -6,32%. L’euro tratta stamane a 1,18005 sul dollaro.
Debole il petrolio, messo sotto pressione dall’aumento della produzione dello shale oil: Wti a 48,36 dollari (-0,1%), Brent a 52,54 dollari. Poco mossa Eni, Saipem -1,01%.
EUROPA, L’INDUSTRIA FA BOOM. LA STERLINA AI MINIMI PESA SU YOOX
L’industria manifatturiera della zona euro ha segnato in agosto la migliore crescita da sei anni e mezzo. La stima flash di agosto dell’indice Pmi composito della zona euro, elaborato da Ihs Markit, si è attestata a 55,8 punti da 55,7. Oggi saranno annunciati i dati definitivi del pil di Spagna, Regno Unito e Norvegia.
Piazza Affari, nonostante l’effetto Fca, ha chiuso in calo dello 0,5%, 21.620 punti, zavorrata dalle banche, a loro volta penalizzate dalla ripresa dello spread. In rosso anche gli altri listini europei: la piazza peggiore è Madrid -0,73%, seguita da Francoforte -0,45%, Parigi -0,32%. Piatta Londra +0,01%.
Continua la discesa della sterlina nei confronti dell’euro, salito ai massimi da otto anni a 0,92042 (+0,36%): la parità non è lontana. Il calo della valuta britannica pesa su Yoox -2% Il gruppo che vende abbigliamento di moda online, registra il 13% circa del fatturato in UK e la sterlina rappresenta, dopo l’euro, la prima valuta estera a livello di ricavi consolidati.
DRAGHI DIFENDE IL QE. WEIDMANN: ORA VA CHIUSO
“Ampie ricerche empiriche hanno affermato il successo di queste politiche nel supportare l’economia e l’inflazione, sia nell’Eurozona, sia negli Usa”. Così Mario Draghi parlando a Lindau, in Germania. “Le azioni politiche decise negli ultimi dieci anni nella politica monetaria e nella regolazione e supervisione hanno reso il mondo più resiliente. Ma dovremmo continuare a prepararci per nuove sfide”. Ha continuano Draghi. “Quando il mondo cambia come ha fatto dieci anni fa le politiche, specialmente la politica monetaria, queste – ha proseguito Draghi – devono essere aggiustate. Questo aggiustamento, mai facile, richiede una valutazione senza pregiudizi e onesta delle nuove realtà con occhi liberi, non gravati dalla difesa di paradigmi precedentemente detenuti che hanno perso ogni potere esplicativo”.
Nelle stesse ore il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha detto che non c’è necessità di estendere il Quantitative easing oltre dicembre 2017. “Secondo le nostre previsioni di giugno, non c’è l’esigenza reale di prolungare per il prossimo anno il programma di acquisto”, ha detto alla rivista Boersen-Zeitung. “È necessaria piuttosto una uscita ordinata”, ha aggiunto.
LO SPREAD SALE A 175 PUNTI. LUNEDI’ OFFERTI 2 MILIARDI DI CTZ
Seduta incerta per i Btp, che riducono le perdite ma restano protagonisti negativi tra i bond dell’area euro. A penalizzare i titoli italiani contribuisce il rischio politico legato alle elezioni la prossima primavera, che è stato in qualche modo riacceso dalle esternazioni nel weekend di Silvio Berlusconi, a favore dell’idea di una doppia valuta.
Il tasso del decennale italiano si attesta a 2,120% da 2,101% dopo una fiammata a 2,169%, picco da un mese. Lo spread con l’analoga scadenza del Bund ha chiuso a 175 punti base da 171 del finale di seduta di ieri, dopo una puntata a 176 pb, massimo dal 14 luglio. Sale a 68 punti da 66 lo spread sulla Spagna a 10 anni, considerato un barometro del rischio politico italiano. Riprendono le aste del Tesoro. Lunedì 28 Il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori 1,5-2 miliardi di euro del Ctz 30 maggio 2019.
FIAT CHRYSLER VOLA. PIACE L’IDEA DEL BREAK-UP
La ribalta di Piazza Affari continua ad essere occupata da Fiat Chrysler +5,75% al termine di una seduta di scambi intensi e pari al 2,38% del capitale. A mantenere alta la tensione sul titolo ci ha pensato un articolo di Bloomberg secondo cui il gruppo sta valutando diverse opzioni, incluso un progetto che prevede la separazione dei marchi Maserati e Alfa Romeo e delle sue attività nei componenti. Intanto gli analisti Intanto fanno i conti di quanto potrebbe valere la somma delle parti del gruppo e si arriva a stime fino a 50 miliardi di euro. Oggi capitalizza poco meno di 18 miliardi. Morgan Stanley e Jefferies hanno portato il target a 16 e 15 euro rispettivamente.
Dalla Cina Great Wall Motor ha detto di non aver ancor approcciato il cda di Fiat Chrysler in vista di una possibile offerta su Jeep. Oggi Sergio Marchionne dovrebbe presenziare ad un evento nello stabilimento Jeep di Belvidere, Illinois. A ruota di Fca è salita Exor +1,43%. In leggero calo Ferrari -0,15%.
BANCHE DEBOLI. MA GOLDMAN PREMIA UNICREDIT E BANCO BPM
La pressione sul reddito fisso colpisce ancor i bancari italiani. L’indice di settore è calato dell’1,76%, un punto in più dello Stoxx europeo -0,7%. Le tensioni hanno neutralizzato l’effetto di un report di Goldman Sachs sulla ripresa del comparto. Il 2017, si legge nell’analisi, è stato un punto di svolta per la ripresa delle banche italiane con un Rote (return on totale asset) del 10%, scaturito dai guadagni realizzati dagli istituti maggiori con le acquisizioni delle banche in crisi. Quest’anno i ricavi core degli istituti italiani sono cresciuti dell’1% in media su base annua grazie all’aumento del margine da commissioni (+5%) che ha più che compensato il calo del margine di interesse. I costi sono rimasti stabili. Gli analisti di Goldman mantengono le previsioni di Eps 2018-2021 in generale invariate dopo i risultati del secondo trimestre (-1% escludendo Mps).
Goldman promuove con un Buy Unicredit (target price alzato a 22,50 euro da 21,70, upside potenziale attorno al 27%) ieri sotto dell’1,8% in chiusura, e Banco Bpm -2,5%. I target price aumentano in media del 4% grazie a un calo del costo dell’equity per le banche minori. Solo per Bper -1,26% il target a 12 mesi passa a 4,80 euro da 5,20. Giudizio neutral per Intesa -1,46%. Ieri l’istituto ha annunciato l’acquisto del gruppo Morval Vonwiller, compresa Banque Morval, banca private svizzera attiva nelle gestioni patrimoniali. La famiglia Zanon di Valgiurata, fondatori di Morval Vonwiller Holding, rimarrà azionista di minoranza.
MEDIASET VERSO L’USCITA DALLO STOXX 600. IN SALITA SALINI
Nel resto del listino:
– Mediaset arretra dell’1,7%. Il titolo del gruppo di Cologno Monzese uscirà dall’indice Stoxx 600 a partire dal 18 settembre.
– Tra le utilities arretra Enel -1,3%: HSBC ha portato il target a 5,40 euro da 5 euro. Giudizio Buy confermato. Giù anche Iren -1,2% nonostante ricavi e margini in crescita, anche grazie al consolidamento delle ultime acquisizioni.
– Debole Atlantia -0,3% mentre prosegue il braccio di ferro con Acs su Abertis. Secondo El Confidential la società guidata dal presidente del Real Madrid Florentino Perez è al lavoro per mettere a punto un’offerta da 17 euro/azione per rilevare Abertis, proposta che sarebbe superiore di 50 centesimi rispetto ai 16,5 euro dell’offerta italiana.
– Salini +2,5%. Il gruppo ha alzato le aspettative sul mercato Usa, con l’obiettivo di generare 2,2 miliardi di fatturato nel 2017 e 3 miliardi nel 2019,
– Safilo -2%, segna nuovi minimi quinquennali.