“Il 2019 è stato un anno storico per Fca” commenta soddisfatto l’amministratore delegato, Mike Manley: “Abbiamo continuato a creare valore per i nostri azionisti – ha continuato illustrando i conti del gruppo agli analisti – e intrapreso iniziative mirate alla crescita futura rafforzando in modo sostanziale la nostra posizione finanziaria, impegnandoci a investire in prodotti chiave e perfezionando il combination agreement con Psa”.
Già, tra 12 mesi Fca sarà ormai parte del terzo gruppo mondiale per fatturato, quarto per volume d’affari, con una dote preziosa: l’eccellente stato di salute del gruppo in Nord America, grazie in particolare alla leadership nei settori più redditizi. Merito anche della performance del “Gladiator” l’ultimo dei “mostri” creati sotto la sua guida, Manley ha potuto sfoggiare più di un record: le vendite del Ram hanno superato le 700 mila unità (+18,5%) guadagnando più di 3 punti di quota nel segmento del pick-up in cui ormai il gruppo controlla il 25% abbondante del mercato. E’ questo, probabilmente, il dato che meglio spiega la reazione delle Borse: guadagna terreno il titolo Fiat Chysler +2,8% ancor prima dell’apertura di Wall Street dove, dopo i risultati, mangia la polvere Ford -9,5%: ancora una volta si è rivelata saggia la scelta di puntare sulle supercar, eliminando dal catalogo le berline. In attesa che con la presentazione della 500 elettrica al prossimo Salone di Ginevra, si inauguri un capitolo nuovo assieme a Peugeot.
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Certo, l’America non è tutto. Ma, almeno per ora, lo è per i conti di Fiat Chrysler. Pressoché tutto il risultato arriva dal Nord America, dove, a fronte di ricavi per 20,6 miliardi di euro, ci sono 2,06 miliardi di euro di utile operativo: in questo mercato, la marginalità è miglioramento di 130 punti base a 10% per un ebit adjusted a 6,7 miliardi. L’ utile operativo rettificato del quarto trimestre è di 2,1 miliardi di euro, in rialzo del 16% mentre il free cash flow industriale è stato pari a 1,5 miliardi di euro. Crescono gli utili, non il fatturato in un momento delicato di transizione del mercato che Fca sta affrontando con nervi salsi ed attenzione alla redditività.
I ricavi netti complessivi sono calati del 2% a 108,187 miliardi, pressoché in linea con le attese del consenso a 1028,263 miliardi, a fronte di consegne complessive pari a 4.418.000 veicoli, in diminuzione del 9%, principalmente per la riduzione degli stock presso la rete di vendita in Nord America, le minori consegne della joint venture cinese e, nell’area Emea, le iniziative sui canali di vendita e l’uscita di produzione di alcuni modelli. Positivi invece i dati dell’America Latina, nonostante le difficili condizioni di mercato in Argentina, con un ebit adjusted a 0,5 miliardi di euro e un margine al 5,9%. E in significativo miglioramento l’area Apac.
La società ha confermato i target sul 2020 forniti in ottobre. Ebit (utile operativo) superiore a 7 miliardi di euro. Free cash flow industriale superiore a due miliardi.