Era un po’ di anni che l’industria italiana nei messaggi promozionali non dava risalto alla propria forza lavoro. Quei dipendenti che ogni giorno costruiscono la ricchezza dei datori di lavoro. Di esempi di pubblicità tout court, se ne vedono tutti i giorni : dai divani, ai liquori, ai biscotti, ai tortellini. Ma di operai e impiegati se ne vedono poco. Che nel 2023 la più famosa fabbrica italiana di automobili- la Fiat- decidesse di celebrare i suoi uomini e una vettura in un docufilm non ce lo aspettavamo. Un filmato dedicato ai dipendenti dello stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco che producono la Panda. È un evento che va oltre i messaggi pubblicitari promozionali; che rende omaggio ad una comunità di lavoratori che molti anni fa hanno accettato una sfida produttiva e tecnologica. Hanno fatto epoca con una piccola auto disegnata da Giorgetto Giugiaro.
Pomigliano capitale dell’auto del Sud.
Nello stabilimento ex Alfasud passato al gruppo torinese, per anni si è prodotta la Panda e poi più di recente la Fiat 500. Il cambio di passo della più grande fabbrica di automobili del Sud, all’inizio del Gruppo Alfa Romeo, poi diventata Fiat, Fca, arrivò quando a Torino c’era Sergio Marchionne. Il manager era una presenza costante da queste parti, convinto di riorganizzare da cima a fondo la fabbrica «con chi ci sta», diceva. Gli operai di Pomigliano oggi sono riconosciuti come gli «artigiani» della intramontabile Panda e a Marchionne avrebbero mostrato qualcosa di molto diverso dai truci cartelli degli anni ’90 nel pieno di lotte sindacali. Hanno prodotto un modello di successo diventato in oltre 40 anni un’icona del Made in Italy nel mondo. È una vettura, in fondo, ma il documentario la celebra come risultato di un partecipazione collettiva. Di un impresa fatta di capitale umano e investimenti spesso a carico della collettività.
La Panda simbolo del Made in Italy
Il docufilm si chiama «Pandelleria» ed è stato girato nell’isola di Pantelleria dove c’è la più alta densità di Panda nel mondo. Nella produzione del film vengono messe in risalto le bellezze naturali del luogo, lungo le cui strade camminano e si guastano Panda di diverse epoche. La prima proiezione è avvenuta a Pomigliano con la partecipazione dei dipendenti. La loro storia si fa, dunque, rappresentativa di una organizzazione che ha saputo tenere insieme manualità, robotica e profitti. Non che sia filato tutto liscio, ma il rilancio dello stabilimento ha stravinto sul rischio- ormai lontano- di una pericolosa chiusura. Il “chi ci sta” di Marchionne riunì sindacati, partiti, governo, Regione, tutti per non seppellire un bacino di lavoratori di migliaia di persone. La capitale dell’auto del Sud si diceva, con un misto di ammirazione e rabbia perché le automobili al Sud non si potevano fare. «Dopo 43 anni, Fiat Panda è la city-car leader in Europa e il veicolo più venduto in Italia, dove detiene un brillante 8% di quota sul mercato complessivo, contribuendo in modo significativo alla performance di Stellantis ” ha detto Olivier Francois, Ceo Fiat e Stellantis Global. Ma cosa si vede nel documentario ? In 30 minuti con la regia di Giovanni Troilo la Panda è soprattutto la compagna inseparabile degli abitanti di Pantelleria. Tre generazioni di modelli che hanno conquistato, tra gli altri , un apicoltore, un agricoltore, un meccanico, un prete, un musicista e tanti altri. Tutti sono accomunati dall’amore per l’isola e per la “macchinuccia” che li aiuta nelle attività quotidiane. Dati i risultati di mercato, i premi annunciati per tutti i dipendenti e la continuità di produzione nel segmento delle piccole cilindrate è probabile che non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di produrre un filmato su un simbolo dell’Italia degli anni ‘80, ‘90, 2000 per una fierezza di famiglia. Ma alla fine contano le mani e la bravura di chi determina un successo, in questo caso nel Sud Italia. Giusto riconoscerlo.