La Ferrero International Sa sta per staccare un super dividendo. La holding lussemburghese della famiglia Ferrero ha deciso la distribuzione di una cedola di 800 milioni di euro a titolo dell’esercizio 2016-17, chiuso il 31 agosto. Come indica il bilancio depositato nel Granducato, il dividendo risulta dall’importo dell’utile netto (che ammonta a 546,3 milioni, quasi il doppio rispetto ai 280,6 milioni dell’anno precedente) e per 253,7 milioni viene prelevato dalle riserve, cioè gli utili riportati a nuovo che totalizzano 773,4 milioni.
A livello consolidato il gruppo che fa capo alla Ferrero International ha invece registrato nel 2016-17 un utile netto di competenza di 657 milioni di euro, in calo dai 793 milioni dell’anno precedente, con un Ebitda di 1,5 miliardi contro 1,6 miliardi. Il margine Ebitda è pari al 14,2% dal 15,2%. L’Ebit è stabile a 1,1 miliardi, con un margine del 10,7% circa. ‘Nonostante le incertezze globali e le sfide del settore e delle tendenze, il gruppo è stato capace di consolidare e confermare la sua performance nel 2016-17’, sottolinea il bilancio.
Come il gruppo di Alba ha annunciato nei giorni scorsi, il fatturato è aumentato a 10,5 miliardi di euro, con una crescita dell’1,5% a cambi correnti e del 2,2% a cambi costanti. I prodotti che hanno dato maggiore spinta alle vendite sono stati Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Surprise, Kinder Joy, Kinder Bueno e Tic Tac. I documenti depositati in Lussemburgo precisano che i costi operativi sono aumentati dell’1,5% a 9,4 miliardi.
Nel dettaglio, i costi delle materie prime e delle forniture sono saliti dell’1,6% a 4,5 miliardi, mentre i costi dei servizi sono diminuiti dello 0,4% a 3 miliardi e i costi del personale sono aumentati del 4,8% a 1,74 miliardi. Il risultato finanziario è di una perdita di 145 milioni (contro la perdita di 137 milioni nell’anno precedente), dovuta principalmente alle spese per interessi e agli effetti valutari. L’utile consolidato lordo è stato di 977,6 milioni di euro contro 1.002 milioni nell’esercizio precedente.
Le tasse sono, però, passate dai 210 milioni del 2015-16 a 321 milioni. Il gruppo – spiega il documento – ha inoltre rafforzato gli investimenti a 744 milioni da 631 milioni. Gli asset sono aumentati a 9,3 miliardi da 8,7 miliardi. Tra le partecipazioni finanziarie detenute dal gruppo, per un valore di 50 milioni di euro, con una rivalutazione di 11 milioni rispetto al 2015-16, figura principalmente lo 0,66% detenuto in Mediobanca.
Per il nuovo anno 2017-18 “c’è una sensazione di stabilità delle prospettive per il business, nonostante qualche rischio geopolitico. Si vedono nuove opportunità in alcuni Paesi grazie alle riforme economiche e a un aumento della competitività nazionale”.