È dal 2007 che la Ferrari non vince più il Mondiale piloti di Formula 1. Erano i tempi di Kimi Raikkonen. Un’eternità fa. Al punto da meritarsi l’ironia di Flavio Briatore: “E’ da quindi anni che a Maranello dicono: sarà per l’anno prossimo”. In pista il digiuno della Rossa s’è interminabile. Ma in Borsa è tutt’altra musica. E qui sì che la Ferrari si gusta il più strepitoso dei sorpassi: quello su Stellantis, la corazzata della comune casa-madre Exor. I numeri parlano chiari e ne bastano due. Oggi in Borsa la Ferrari, che macina profitti a mille all’ora, vale 51,9 miliardi di euro: Stellantis si è fermata a 48,1 miliardi. Non solo: quando, per ferma volontà di quel genio di Sergio Marchionne, nel 2015 la Ferrari fu quotata a Wall Street le sue azioni valevano 52 dollari l’una. Oggi un’azione Ferrari vale 293 dollari con un aumento del 463%. Un’accelerazione pazzesca che fa girar la testa e che non ha eguali tra le società automobilistiche, i cui titoli in Borsa – come segnalava ieri il Corriere della sera – sono cresciuti mediamente del 50%. Ma ormai la Ferrari è classificata nel magico mondo del lusso che fa più scintille di quello dei motori.