Non è mancato un tocco storico-scaramantico, nel venerdì mattina della prima presentazione modificata dagli eventi meteo di tutta la storia Ferrari. Se si guarda al passato, si scopre come spesso i piloti del Cavallino abbiano guidato sul circuito di casa a Fiorano, a due passi dagli stabilimenti della Gestione Sportiva, con la neve subito al di là dell’asfalto. Il debutto di Nigel Mansell, nel 1989, lo vide dopo poche curve protagonista di una uscita di pista, scivolosa per le condizioni estremamente invernali. Stavolta, complice la chiusura del vicino aeroporto di Bologna e la difficoltà a fare intervenire i tanti invitati da tutto il mondo, si è deciso che l’evento sarebbe stato limitato al web. E Luca di Montezemolo, con la sua innata abilità a coniugare passato e presente e futuro, storia e ambizione, non ha perduto l’occasione per ricordare come “…Enzo Ferrari mi raccontò che quando nacque la neve era talmente alta che la madre non riuscì ad andare subito in Comune a denunciarne la nascita. Spero allora che la neve continui a portarci fortuna”.
Tutto vero: il Drake l’ha raccontato e scritto, in più occasioni e in più salse. Ma difficilmente fu lo slittamento di registrazione della sua data di nascita, dal 18 al 20 febbraio 1898, a dargli la spinta per costruire il suo mito. E difficilmente sarà questo inverno severo su Maranello a garantire alla Ferrari F2012 (questo il nome ufficiale, come da previsioni) la velocità sufficiente a riportarsi in cima al podio in modo non occasionale. E magari a inseguire quei titoli iridati che da quelle parti piovevano come grandine, fra il 1999 e il 2004. Ma che ora mancano dal 2007 di Kimi Raikkonen (titolo Piloti) e dal 2008 (titolo Costruttori) di Massa beffato sul filo di lana in Brasile.
Venendo alla monoposto, il primo impatto visivo desta emozioni contrastanti. La vista anteriore giustifica quel bruttina tributatole dal presidente qualche settimana fa: il muso con il suo vistoso scalino, dalla forma molto squadrata, l’abbondanza di appendici aerodinamiche sull’ala, non contribuiscono a un aspetto di eleganza. Più bella e filante la vista laterale, così come quella dall’alto, che evidenzia l’estrema rastrematura delle fiancate che si fanno strettissime nella zona degli scarichi. Come si sa, proprio dagli scarichi deriva la novità regolamentare della Formula 1 di quest’anno, con il divieto di utilizzare sistemi di soffiaggio dei gas di scarico nella parte bassa della monoposto, vicino al fondo piatto, per ottimizzarne la resa aerodinamica. Probabilmente la RedBull, dominatrice degli ultimi due Mondiali anche grazie a questa diavoleria, ne avrà già escogitata per la sua F.1 che presenterà (anch’essa sul web) lunedì 6 febbraio. Ma senza dubbio è in questa zona della monoposto che il lavoro dello staff tecnico Ferrari si è concentrato per ritrovare la forma vincente.
Ma il vero punto debole della Ferrari nel 2011 è stata la difficoltà mandare i pneumatici Pirelli nella temperatura ideale di esercizio. Problema ancora più evidente con gomme a mescola più dura, che per regolamento è d’obbligo montare almeno una volta in gara. Per rimediare a questo handicap, la F2012 presenta novità di sospensione (a tirante sia davanti sia dietro) che secondo tecnici e piloti del Cavallino dovrebbero garantire un contributo di rilievo. Obiettivo potenziato dall’abbassamento del centro di gravità della monoposto, ottenuto grazie a una ottimizzata disposizione di tutti gli organi meccanici, compreso il motore 8 cilindri tipo 056, che è da ritenersi logica evoluzione del propulsore della passata stagione.
Basterà, tutto questo, a cambiare la direzione del vento in casa Ferrari? Difficile dirlo. E si sono ben guardati dal provarci i vari dirigenti del Cavallino, con il direttore del team Stefano Domenicali autolimitato a un “Speriamo che sia subito competitiva e vincente” che sa tanto di equilibrismo, per non dire di freno a mano tirato. Legittimo, ma tirato. Certo che da qualche parte, negli anfratti sotto la carrozzeria, deve nascondersi quel colpo d’ala tecnico che giustifichi il taglio con il passato del quale in Ferrari si è parlato per tutto l’inverno. Alle monoposto delle passate due stagioni, forse tre, si è rimproverato un eccesso di prudenza. Una troppo scarsa propensione a osare nella ricerca e adozione di nuove tendenze tecniche. Missione che, al contrario, hanno seguìto la Brawn GP (ora Mercedes) vincente non senza qualche ombra regolamentare nel 2009, e soprattutto le RedBull dominatrici nel 2010-2011.
A questo punto, come si usa dire, la parola va alla pista. Digerito il prevedibilissimo ingolfamento del web Ferrari (www.ferrarif1.com), preso d’assalto fin dal primo mattino dagli appassionati a tutte le latitudini, il primo esemplare della F2012 è partito a bordo di un Fiat Ducato opportunamente modificato, direzione il sud della Spagna. Un paio di giorni di viaggio, e la nuova Ferrari sarà a Jerez de la Frontera, dove da martedì inizierà la prima sessione di test comuni in vista del Mondiale F.1 che inizierà il 18 marzo in Australia. Seguiranno altri 19 Gran Premi: una processione senza soluzione di continuità di test, qualifiche e gare che ci diranno se questa F2012 ha nelle vene il sangue reale delle monoposto che hanno fatto la storia della Ferrari, la sua lista tuttora impareggiabile di vittorie e titoli iridati.