Da sempre esiste il rosso Ferrari, esplosione di energia attraverso il colore. Tra tre anni o poco più, assicurano gli uomini della Rossa, si parlerà di “Ferrari sound”. Il rombo inconfondibile della prima Ferrari elettrica che nascerà nel nuovo stabilimento di Maranello che sfornerà anche le ibride del Cavallino Rampante. Sono i dettagli più curiosi del Piano industriale al 2026. Allora saranno già cresciute le prime piante del Bosco Ferrari, simbolo dell’impegno ambientale della Rossa, una delle missioni affidate a Carla Liuni, ex Pandora, che da settembre ricoprirà il ruolo di Chief brand officer, dedicandosi allo sviluppo del marchio del Cavallino al di fuori del mondo dell’auto, come la moda, i parchi tematici, i musei.
Non è certo questo il focus del piano industriale al 2026 che il ceo Benedetto Vigna ha illustrato agli analisti finanziari convenuti a Maranello per capire quali spazi di crescita o di sopravvivenza restino alla Rossa in una cornice di tramonto dei propulsori tradizionali, pur frenato dalla deroga che il Parlamento europeo ha concesso ai motori dell’Emilia Valley. Ma serve a spiegare perché Ferrari, lungi dal considerarsi al capolinea, si dice pronta a vincere la sfida di combinare già nel 2030 la neutralità ambientale con la redditività dei nuovi prodotti, i 15 cavalli di razza che rinnoveranno la gamma dell’auto più invidiata al mondo, compresi i modelli speciali che rappresenteranno il 10 per cento del fatturato.
Ferrari, il piano industriale al 2026: investimenti, ricavi, Ebitda, buy back
Il Capital Markets Day di Maranello ha consentito di svelare la strategia che, secondo Benedetto Vigna, servirà a far quadrare il cerchio tra innovazione, rispetto della tradizione e redditività. La transizione sulla Rossa elettrica richiederà investimenti cumulati per 4,4 miliardi nell’arco di piano che saranno compensati dall’aumento dei ricavi ( 400 milioni arriveranno dal Lifestyle) fino a 6,7 miliardi e dal raddoppio del flusso di cassa industriale cumulato a 4,6-4,9 miliardi. Il dividend pay out aumenterà al 35% dell’utile netto rettificato, mentre inizierà immediatamente un programma di riacquisto azioni proprie da circa 2 miliardi di euro.
L’Ebit raggiungerà 1,8-2 miliardi entro il 2026, con un margine del 27%-30%, trainato dal mix/prezzo come fattore principale e, in misura minore, dal volume. Come risultato, nel 2026 la società punta ad un Ebitda di 2,5-2,7 miliardi, con un tasso di crescita composto dell’11%, superiore rispetto alla crescita dei ricavi, e un margine dell’Ebitda di 38%-40%.
A sostenere queste previsioni è la fiducia nell’appeal inossidabile della Rossa che sarà comunque protetto dai dealers che verranno addestrati nella Ferrari Academy: ragazzi destinati a vendita ed assistenza clienti in goni angolo del pianeta Ferrari. Ma, come ha ribadito il Ceo, vale sempre la vecchia regola del Drake: “Ferrari consegnerà sempre un’auto in meno della domanda di mercato”.
Ferrari, nel 2026: ibrida o elettrica una rossa su due
Ciò non significa che i volumi non aumenteranno nei prossimi anni. Dal 2018 la base clienti è aumentata del 25%, ma il mercato aggredibile è ampio. Nel mondo ci sono circa 26 milioni di High net worth individual cui proporre i 15 nuovi modelli fra cui l’atteso elettrico nel 2025. Ma anche, dal prossimo settembre 2022, la Purosangue, il primo suv. Entro il 2026 la gamma di prodotto sarà composta, in termini di numero di modelli, per il 60% da ibridi ed elettrici e per il 40% da motori a combustione interna, possibilmente alimentati da carburanti sostenibili. Entro il 2030, l’obiettivo è un’offerta composta per il 20% da veicoli ICE, per il 40% da ibridi e per il 40% da elettrici.
Ferrari, i dubbi degli analisti sul piano al 2026
Le novità non hanno fugato tutti i dubbi degli analisti, a giudicare dall’andamento debole del titolo (sotto di un punto e mezzo nel primo pomeriggio) in una seduta comunque difficile specie per il settore automotive. Non ci sono, probabilmente, quei dettagli sulla transizione all’elettrico richiesti dagli esperti. Solo più avanti, probabilmente, la Rossa svelerà i segreti dell’e-building dove verranno progettati, realizzati artigianalmente e assemblati i motori elettrici, gli inverter e le batterie, mentre un nuovo impianto di verniciatura consentirà un livello di personalizzazione estremamente elevato in linea con le esigenze del lusso. Come si conviene ad una vecchia signora, ha sottolineato John Elkann: “Finché sapremo preservare la sua tradizione e i cuoi valori, potremo contare su solide basi per i nostri piani strategici futuri”.
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