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Ferrari e Campari, scintille nei conti e in Borsa

Continua la stagione delle semestrali su Piazza Affari. Nonostante gli occhi degli investitori oggi fossero puntati su intesa Sanpaolo, occorre tenere in considerazione anche i risultati pubblicati da tre grandi società italiane come Ferrari, Campari 

Ferrari ha chiuso il secondo il secondo trimestre del 2016 con un utile netto pari a 97 milioni di euro, in crescita di 21 milioni, 29% in termini percentuali, rispetto allo stesso periodo del 2015. In base a quanto si legge nella nota diramata dal Cavallino Rampante, il dato “è dovuto all’effetto congiunto di un forte Ebit e di un’aliquota fiscale inferiore rispetto all’anno precedente, parzialmente compensato dagli oneri per richiami relativi ai dispositivi di gonfiaggio degli airbag forniti” dalla giapponese Takata.

Prendendo in considerazione l’intero semestre, i profitti sono saliti a 175 milioni di euro, in rialzo del 24% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. Al 30 giugno, l’indebitamento industriale netto è sceso a 763 milioni dai 782 milioni al 31 marzo, “grazie alla generazione di free cash flow industriale, compensato da una distribuzione di cassa ai possessori di azioni ordinarie pari a 87 milioni e dai dividendi pagati agli azionisti di minoranza, per un importo di 13 milioni di euro”.

Confermate anche le prospettive per il 2016: Ferrari prevede consegne per circa 8.000 unità, incluse le supercar. I ricavi netti sono attesi sopra i 3 miliardi di euro; l’Ebitda adjusted dovrebbe attestarsi intorno agli 800 milioni di euro, mentre le previsioni sull’indebitamento industriale netto parlando di circa 730 milioni (inclusa una distribuzione ai possessori di azioni ordinarie).

I conti pubblicati dall’azienda di Maranello sembrano aver incontrato le aspettative degli investitori che a Piazza Affari premiano il titolo Ferrari. Le azioni del Cavallino Rampante guadagnano attualmente lo 0,8% in netta controtendenza rispetto all’andamento del Ftse Mib che cede invece il 2,9% zavorrato dalle banche.

Positivi anche i risultati di Campari che conclude i primi sei mesi del 2016 con un utile netto in calo del 13,8% a 67,2 milioni, un risultato che risente del peso degli oneri operativi per 14,8 milioni in gran parte riconducibili ai costi legati all’acquisizione di Grand Marnier. Senza considerare queste voci, il risultato netto sarebbe stato in crescita del 9,4% a 77,3 milioni.

Le poste straordinarie zavorrano l’Ebitda, sceso del 4,4% a 157,4 milioni (+6,3% a 172 milioni il dato rettificato). Sale invece l’indebitamento finanziario netto, che si attesta a quota a 1,34 miliardi (da 825,8 milioni a fine dicembre) a seguito dei 682,9 milioni pagati per l’acquisizione francese.

Le vendite si sono attestate a 743,9 milioni di euro, in calo dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2015 del 2015, ma con una variazione organica positiva del 5%.

«Nel primo semestre del 2016 – sottolinea l’a.d. Bob Kunze-Concewitz – abbiamo generato una sostenuta crescita organica del business per tutti gli indicatori di performance, risultato della costante implementazione della strategia di crescita del gruppo». Il manager evidenzia anche «la continua crescita superiore alla media del gruppo dei brand a priorità globale e regionale e la crescita positiva dei mercati sviluppati a elevata marginalità, quali Nord America ed Europa occidentale».

Il titolo Campari corre in Borsa in seguito alla pubblicazione dei conti. Le azioni della società di Sesto San Giovanni, dopo aver toccato i massimi storici oltre quota 10 euro, salgono del 4,54% battendo nettamente il mercato. Da sottolineare che nel corso degli ultimi mesi il titolo non ha mai invertito il proprio trend positivo guadagnando il 32,6, nonostante l’andamento discontinuo dei listini. Nello stesso arco temporale il Ftse Mib ha perso il 31,6%.

Da evidenziare anche i conti di Reply che ha chiuso il primo semestre 2016 con un utile netto di 30,1 milioni di euro, in crescita del 5% circa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il fatturato ha registrato un progresso dell’11,9% a 386,5 milioni. Prendendo in considerazione solo il secondo trimestre, il fatturato della società attiva nei servizi di comunicazione e media digitali è salito del 13,5% a 200,2 milioni.

Nei primi sei mesi dell’anno in corso l’Ebitda consolidato è salito dell’8,6% a 51,3 milioni mentre l’Ebit si è assestato a 48 milioni (+12%).

 

 

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