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Ferrari: conti oltre le attese e nuovo Ceo del lusso

Imagoeconomica

Ferrari chiude i conti 2020, presenta la guidance 2021 e accende i riflettori sul nuovo Ceo. La Casa di Maranello si aspetta di chiudere l’anno in corso con ricavi netti in crescita a circa 4,3 miliardi di euro (3,8 mld nel 2019 e 3,46 mld nel 2020) se non ci saranno nuove frenate Covid. Ebitda adjusted tra 1,45 e 1,5 miliardi, eps diluito adjusted tra 4 e 4,2 euro, free cash flow industriale intorno a 350 milioni di euro: ecco le indicazioni.

I conti 2020 superano la guidance grazie al balzo del quarto trimestre ma le consegne complessive scendono del 10% a 9.119 unità rispetto alle 10.131 del 2019 a causa della sospensione produttiva per sette settimane dovuta all’emergenza Covid-19. Gli altri indicatori: ricavi -8% a 3,46 miliardi di euro, Ebitda -10% a 1,143 miliardi e margine al 33%, utile netto di 609 milioni (-13%). La Borsa ha invertito la rotta e, dopo un esordio molto brillante sta penalizzando il titolo a metà giornata.

I riflettori sono ora puntati sulla successione al vertice. Un uomo del lusso alla guida della Rossa che fu di Enzo Ferrari e Sergio Marchionne. E potrebbe essere uno dei più prestigiosi figli della terra che è universalmente nota come la Motor Valley, la magica terra dei motori che comprende Rubiera, una ventina di chilometri da Maranello, il luogo natio di Marco Bizzarri, il braccio destro di François Pinault in Kering, il protagonista dell’accelerazione di Gucci, il cui fatturato è quasi triplicato da quando è guidato da questo emiliano che abita subito oltre Trebbia, così vicino da sentire il rumore dei motori in prova.

Potrebbe essere lui il nuovo pilota del brand più famoso e prestigioso dell’industria italiana che andrà prendere il posto di Lou Camilleri, anche se dal quartier generale di Exor suggeriscono prudenza. Non è escluso, infatti, che oggi Elkann, numero uno ad interim del Cavallino, si limiti a precisare l’identikit del nuovo manager, dando così il via al processo di ricerca dei cacciatori di teste che, si assicura non è ancora iniziato.

Ma tutto converge nella direzione di una scelta a breve all’interno di una terna di candidati che sembra fatta apposta per proteggere l’identità del prescelto. Assieme a Bizzarri la lista dei papabili comprende Stefano Sassi, uscito da Valentino pochi mesi fa dopo aver pilotato la griffe verso Mayhoola, un fondo di investimento del Qatar. Una vecchia conoscenza del gruppo Fiat per cui ha lavorato come consulente sotto le insegne di Bain. Altro nome assai gettonato è stato negli ultimi tempi quello di Hans GS Hoegstedt, CEO di Tom Dixon, a capo di Miroglio Fashion dalla fine del 2016 fino all’inizio del 2020 dopo quasi 11 anni presso Prysmian. 

In ogni caso, come già anticipato mesi fa da Automotive News, il successore del Drake non sarà un manager in arrivo dall’industria dei motori o, tantomeno, dal mondo Fiat. E molti indizi convergono a favore della scelta di Bizzarri, scuola Accenture, in Kering dal 2005, grande protagonista del successo di Bottega Veneta e, soprattutto, di Gucci grazie alla scoperta di Alessandro Michele, lo stilista preferito dai Millennials. 

Sono queste credenziali che potrebbero aver spinto Elkann a puntare su Bizzarri per sostituire Louis Camilleri, l’ex Philip Morris che negli ultimi due anni ha guidato l’uscita di sette nuovi modelli e fatto salire le vendite annuali ad oltre 10.000 pezzi per la prima volta. 

Ad orientare la decisione verso un uomo del lusso è la convinzione che nei prossimi anni la sfida principale sarà quella di coniugare i valori storici del marchio Ferrari con la tendenza nel mercato a premiare la compatibilità ambientale e un concetto di sport che non si esaurisce nella ricerca della performance più veloce. 

Bizzarri, o un altro prescelto, dovrà guidare la casa verso l’auto elettrica e garantire l’esclusività del marchio in un altro passaggio non meno delicato: il prossimo esordio del Suv, una sorta di tradimento della storia  avventurosa  della Rossa. Bizzarri, l’uomo che ha saputo imporre nel mondo l’immagine fresca e un po’ fricchettona di Gucci, già icona classica di eleganza, è stato giudicato l’uomo adatto per ripetere la sfida con i nuovi ricchi innamorati dello stile di Tesla. E giova a Bizzarri il fatto di avere il sangue della Motor Valley: un figlio di Modena l’amore per la velocità ce l’ha comunque nel sangue. Potrebbe essere, perciò, l’uomo  delle scelte giuste per costruire un team che sappia finalmente sfidare il dominio di Mercedes.

Il tempo delle scelte, infine, sembra appropriato. Dopo i dubbi sollevati dagli scandali, dieselgate in testa, e dai problemi di transizione all’elettrico, il mondo dell’auto sembra aver voltato pagina come ha già dichiarato Herbert Diess, numero uno di Volkswagen. E’ ora che scenda il campo la nuova Rossa, sotto la guida di un manager che sa di lambrusco e di champagne.

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