Nel 2019, ultima estate pre-pandemia, il parcheggio sotto la rocca del Principato ospitava in media 2.300 bus al giorno, per lo più riempiti dai turisti in crociera. Oggi, nella settimana di Ferragosto, denuncia “Monaco-Matin” la cifra è scesa a 81 torpedoni soltanto, smarriti negli spazi scavati sotto le Rocher, il cuore del Principato. Tira aria di crisi per il turismo di massa: pochi curiosi in attesa del cambio della guardia davanti al palazzo dove risiede il principe Alberto (assieme alla principessa Charlize che, ha avvertito l’altro giorno una nota ufficiale, presto sosterrà un’operazione chirurgica nel natio Sudafrica). Quasi deserte le botteghe di souvenirs piene di gadgets del Grand Prix che pure promettono sconti e promozioni. Qui, come sta capitando anche a Venezia, il colpo di grazia al turismo mordi e fuggi è arrivato con il divieto di sbarco per le crociere, deciso un anno fa per scongiurare il contagio della pandemia.
Ma non si respira certo aria di crisi allo Yacht Club presieduto da Pierre Casiraghi, figlio di Caroline. E non solo perché il socio più ricco ma anche controverso del club, il miliardario russo Dimitri Riboboblev ha (il banchiere di Cipro che ha venduto Kylian Mbappé ma anche il Salvator Mundi di Leonardo) appena vinto la Rolex Club con la traversata più rapida della Manica. Dalle vetrate del bar, riproduzione fedele dei leggendari interne delle barche Riva, anche in questi giorni si possono seguire i lavori per “l’isola sull’acqua” che sarà ultimata entro la fine del 2024, strappando al mare una nuova, preziosissima striscia di terra: sei ettari all’insegna del verde ridisegnati dal talento di Renzo Piano che sta ha concepito il prolungamento sul mare della città, compresi negozi ed una nuova via Montenapoleone, incastonato tra due aree marine protette: la riserva del Corallo rosso e Larvotto, l’unica spiaggia pubblica del Principato, rivisitata dall’architetto genovese: 15 mila metri quadri comprese aree coperte e ombreggiate da pini mediterranei, una pista ciclabile e un parco giochi per bambini, a cui si aggiungono 10.000 metro quadri di architettura contemporanea, tra cui una facciata in vetro retrattile aperta sul mare, dedicata a ristoranti, caffè e negozi.
Il progetto di riqualificazione si estende anche al mare, con la creazione di frangiflutti tra le dighe esistenti per meglio proteggere la spiaggia dalle mareggiate. Una grande opera in cui c’è molto di made in Italy, non ultimi i quattro ascensori panoramici in cristallo stratificato, e i due impianti di servizio per l’accesso ai parcheggi, ”realizzati dalla Maspero di Appiano Gentile, leader mondiale con i suoi 110 dipendenti nel settore degli elevatori speciali, che ha messo a punto vernici ed acciai in grado di reggere all’ambiente marino.
E’ un grande cantiere l’oasi dei miliardari nel cuore della Costa Azzurra. Come vuole il principe che, di fronte alla pandemia, si è ridotto l’emolumento del 40%, ha avallato una drastica riorganizzazione delle industrie tipiche del Principato, dal Casinò alla Société de Bains, ma non ha frenato, semmai accelerato la transizione alla Montecarlo del XXI° secolo, in linea con il fil rouge della storia dei Grimaldi. Nell’800 il Principato seppe intercettare l’industria del gioco di aristocratici e bourgeois trasportati in riva a mare dalle nuove ferrovie anche per assistere ai balletti russi di Diaghilev. Nel dopoguerra, a garantire il fascino discreto della meta riscoperta d Alfred Hitchcock contribuì il fascino di Grace Kelly.
Oggi il principe Alberto sta disegnando una Dubai più raffinata, attrezzata per il business (il private banking ed in family office) in linea con le esigenze del lusso sostenibile, a partire dallo sport che ha eletto il Principato quale buen retiro. Per ragioni fiscali, certo, ma non solo. Pochi posti garantiscono altrettanta privacy e sicurezza. Nessuno disturba Lukaku, approdato qui prima dell’appello del Chelsea. E la polizia del Principato, quasi onnipresente grazie anche alla rete di telecamere, scongiura il rischio di rapine in casa, quelle che hanno subito quasi tutte le stelle del Paris Saint Germain nel cuore del tout Paris. Nessuno dei 56 (cinquantasei, un record per il 38 mila abitanti) ciclisti professionisti residenti nel Principato correre il rischio di imbattersi in un ladro di biciclette. O di racchette da tennis, altra specialità del posto che ospita in pratica tutti i campioni, con l’eccezione di Federer e Nadal. Tutti o quasi in affitto perché a Montecarlo non solo i prezzi sono proibitivi, ma l’offerta è limitata: il gruppo Pastor, primo operatori del Principato che controlla una casa su tre, non vende, ma si accontenta di rendite da brivido.
Non sono certo loro, in giro per il mondo tra tornei ed esibizioni post olimpiche, i protagonisti dell’estate operosa di Montecarlo dove, in luogo del Ballo della Croce Rossa, reso impossibile dal Covid -19, si è tenuto in piazza del Casinò un concerto di Jamie Collum, pianista jazz pop inglese. Il programma dello Sporting Club prevede una serata con i Gipsy King più un’altra con le Sister Sledge. Cena al Café de Paris, sempre straordinario e finale, un passaggio al Casinò. Poi, per chi vuole o può, al Billionaire di Flavio Briatore, in mezzo a villeggianti sbarcati da Sanremo per provare il brivido di una serata Vip.