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Ferragamo: vendite in calo del 4,8% nel primo semestre 2023. L’utile si ferma a 21 milioni -65,4%

FIRSTonline

ll Gruppo Salvatore Ferragamo ha recentemente approvato la Relazione Finanziaria Semestrale relativa al periodo terminato il 30 giugno 2023. E i conti sono in netto calo.

Nei primi sei mesi del 2023, l’azienda ha registrato un utile netto di 21 milioni di euro, segnando una diminuzione del 65,4% rispetto al medesimo periodo del 2022. I ricavi ammontano a 600 milioni di euro, segnando un calo del 4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e una riduzione del 7,2% a tassi di cambio costanti. Questo calo è avvenuto “in una fase in cui l’azienda accelera nella transizione creativa e prosegue nell’ottimizzazione dei canali wholesale e retail” si legge nella nota. Nonostante i risultati siano in calo, il titolo Ferragamo sale dell’1,45% in Borsa quando il Ftse Mib è sostanzialmente piatto +0,03%.

Il margine lordo ha sperimentato un leggero incremento all’72,2%, indicando un focus sulla qualità delle vendite e un’attenzione dettagliata ai canali, alle modalità e ai prodotti.

Il risultato operativo (EBIT) ha registrato un calo significativo, scendendo a 47 milioni di euro, rappresentando una diminuzione del 50,8% rispetto ai 95 milioni del primo semestre del 2022. Questo calo è in parte attribuibile agli investimenti pianificati, principalmente nella comunicazione. Ebitda si attesta a 134 milioni di euro (-25,6%).

La posizione finanziaria, in termini di liquidità netta è stata di 278 milioni di euro, rispetto ai 309 milioni del 30 giugno 2022.

Vendite in calo in Asia e Nord America, bene l’area Emea

Le vendite nette nel canale distributivo retail al 30 giugno 2023 sono diminuite del 5,9% rispetto al 2022 (-4,5% a tassi di cambio costanti). Questa diminuzione è stata principalmente causata dal rallentamento del mercato statunitense e da chiusure pianificate come parte del piano strategico, sebbene l’area EMEA e Greater China abbiano riportato risultati positivi.

Nel canale wholesale, le vendite nette al 30 giugno 2023 sono scese del 13,3% rispetto al 2022 (-14,3% a tassi di cambio costanti), a causa di una razionalizzazione pianificata della rete di distribuzione, specialmente negli Stati Uniti, e del ritardo nella ripresa del Travel Retail. Tuttavia, l’area EMEA ha mostrato una performance positiva.

Nel primo semestre 2023 si registrano variazioni significative nelle diverse aree geografiche:

  • Asia Pacifico: evidenziato un calo del 12,9% nelle vendite nette, con una diminuzione del 10,4% a tassi di cambio costanti. La performance è stata penalizzata dalla debole situazione in Corea e nel canale Travel Retail, ma il canale Retail in Greater China ha segnalato risultati positivi.
  • Giappone: calo dell’11,4%, che si attenua al -3,8% a tassi di cambio costanti rispetto al 2022.
  • Emea: qui si registra un incremento del 10,8% nelle vendite, con una crescita del 10,9% a tassi di cambio costanti. Entrambi i canali hanno contribuito a questa performance positiva.
  • Nord America: calo significativo del 17,3%, che si amplia al -18,6% a tassi di cambio costanti rispetto al 2022. Questo decremento è stato principalmente guidato da una riduzione proporzionalmente maggiore nel canale Wholesale, legata alla razionalizzazione della rete distributiva.
  • Centro e Sud America: In questa area, le vendite sono rimaste sostanzialmente stabili, con un modesto aumento del 0,4% rispetto al 2022. Tuttavia, considerando i tassi di cambio costanti, si è registrata una diminuzione del -7,3%.

“In linea con i nostri piani, in questa prima parte dell’anno abbiamo fatto importanti progressi nell’esecuzione delle nostre priorità strategiche. In particolare, ci siamo focalizzati sui miglioramenti a livello operativo e sulle iniziative di brand per sostenere una nuova proposta in sintonia con le aspirazioni dei nostri clienti e abbiamo proseguito le attività volte ad ottimizzare la rete retail e il canale wholesale. Siamo soddisfatti dei primi risultati dei prodotti disegnati dal nostro direttore creativo, Maximilian Davis. I nuovi prodotti rappresentano ancora una parte molto ridotta dell’offerta totale e devono quindi ancora contribuire in maniera significativa alle performance di vendita complessive che riflettono, in questa fase, l’accelerazione della transizione dal precedente corso creativo, nonché la nostra costante attenzione alla qualità delle vendite e della rete distributiva. Nel prosieguo dell’anno, l’aumento della quota di nuovi prodotti, gli investimenti in marketing e comunicazione e il continuo miglioramento dell’esperienza nei punti vendita e sul canale online, contribuiranno a rafforzare l’immagine del marchio e a generare interesse da parte di clienti attuali e nuovi. Pur consapevoli di un contesto di mercato sempre più incerto, le scelte e il lavoro svolto rafforzano l’impegno nelle nostre priorità strategiche e la fiducia nelle nostre ambizioni di medio termine” ha commentato, Marco Gobbetti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Salvatore Ferragamo.

Ferragamo: i giudizi degli analisti

Gli analisti di Equita, alla luce dei conti pubblicati, hanno tagliato del 3% le stime sul fatturato 2023, a 1,21 miliardi di euro, mettendo in conto un calo delle vendite del 7% nel terzo trimestre e un recupero poi dell’11% nel quarto trimestre. Gli esperti hanno inoltre ridotto le previsioni sull’ebit dell’8%, a 77 milioni. Tagli simili sono stati applicati anche per gli anni successivi. Così il target di prezzo è stato abbassato del 6% a 17 euro per azione, ma la raccomandazione è rimasta positiva (‘Buy’), sulla scommessa che le collezioni del prossimo autunno-inverno favoriranno un’inversione di tendenza nel quarto trimestre. Per altro tale inversione potrebbe comportare un’accelerazione degli utili nel 2024, in un contesto di normalizzazione delle crescite nel settore.

Sono invece più cauti gli esperti di Intermonte, che hanno confermato un giudizio di ‘Neutral’ e tagliato il target di prezzo a 14,1 euro da 14,4 euro, in modo da riflettere la sforbiciata alle stime sulle vendite del 2023 del 2,5% e a quelle del 2024 del 3,5%. Anche Intesa Sanpaolo raccomanda prudenza (‘Hold’), indicando un target di prezzo a 14,5 euro. Gli esperti ritengono che sia in corso il rilancio dell’azienda, ma che per adesso la visibilità sui risultati dell’operazione siano scarsi. Infine Mediobanca ha rivisto il target di prezzo a 13,7 euro, livello ben più basso delle attuali quotazioni. Gli esperti hanno comunque apprezzato i passi compiuti dal management e ritengono che la debolezza delle vendite, sia sul fronte wholesale, sia su quello retail, siano dovute a una revisione e ottimizzazione del network di distribuzione, finalizzato alla ricerca di una migliore qualità.

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Categories: Economia e Imprese