Un marchio fortissimo, uno solo per Ferragamo, il gruppo di abbigliamento di lusso fiorentino che non ha seconde linee, conosciuto in tutto il mondo e made in Italy al 99%. E’ questo uno dei punti di forza dell’azienda, come ha spiegato ieri a Milano l’amministratore delegato Michele Norsa in occasione del road show per l’offerta pubblica di azioni ordinarie in vista della quotazione a Piazza Affari.
Nato come brand femminile, oggi Ferragamo vende prodotti destinati all’uomo per il 40% dei suoi ricavi. E in alcuni Paesi, il Messico per esempio, l’abbigliamento maschile rappresenta più della metà del fatturato.
Per l’azienda presieduta da Ferruccio Ferragamo, che ha ricordato come ormai i discendenti dei suoi genitori, e fondatori della maison, siano più di 70 (l’ultimo è nato proprio nei giorni scorsi), l’America rappresenta il primo mercato mentre altre aree del mondo stanno crescendo rapidamente. L’Asia-Pacifico ha già raggiunto una quota pari al 34%. Dal 1993, data di ingresso sul mercato cinese con l’apertura di uno spazio a Shanghai, i negozi in Cina sono già 55, distribuiti in 32 città diverse. In Australia, per citare un mercato recente, ci sono 17 negozi gestiti direttamente, altri cinque sono in Vietnam, poi in Indonesia, in India e così via. L’obiettivo, ha spiegato Norsa, è quello di aprire 10-15 nuovi negozi all’anno in Cina, altri cinque o sei in Europa e poi ancora in America Latina, per un totale di trenta aperture circa ogni anno.
“Ma l’arma strategica – ha aggiunto – sarà anche quella dell’e-commerce che oggi rappresenta ancora una quota limitata (meno del 10% delle vendite) ma è destinato a penetrare rapidamente tra la clientela più giovane, che rappresenta la grande forza del futuro”.
“Il grande sogno di mio padre – ha raccontato Ferruccio Ferragamo – era quello di poter vestire le sue clienti dai piedi alla testa”. Sì, perché il successo di Salvatore aveva iniziato a Hollywood facendo scarpe per le dive. Questo sogno, oggi pienamente realizzato, ha portato l’azienda a 781,6 milioni di euro di fatturato nel 2010, con un risultato netto di 60,8 milioni (7,8%). Nel primo trimestre di quest’anno il fatturato è salito a 210,4 milioni (+27,5 rispetto al primo trimestre 2010), con un Ebitda pari a 23,7 milioni (+38,3%) e un risultato netto in crescita del 43,5% a 15,5 milioni.
Quanto alle aree geografiche, particolarmente significativo l’incremento delle vendite nel mercato europeo (+31,5%) e nell’area Asia Pacifico (escluso il Giappone), che ha registrato un aumento del 42,3%. Crescita positiva anche nel mercato giapponese, nonostante le conseguenze del drammatico terremoto.
Il road show in tre soli giorni ha ottenuto prenotazioni per l’intera offerta di vendita (i prezzi vanno da un minimo non vincolante di 8 euro a un massimo vincolante di 10,50 euro per azione, pari a una capitalizzazione dell’azienda compresa tra 1.3 e 1.7 miliardi di euro). Dopo Londra e Milano, le prossime tappe saranno Parigi, Boston, ancora Londra e poi le altre principali piazze finanziarie. Fino alla chiusura dell’Ipo fissata per 23 giugno 2011.