Cachemire e pellami, i due gioielli del lusso italiano si muovono su trend opposti alla luce degli ultimi dati che fotografano i loro primi 9 mesi dell’anno. Stamane a Piazza Affari Brunello Cucinelli quota in tarda mattinata in rialzo del 3,98% a 74,50 euro, ma è arrivato a guadagnare oltre quattro punti. Salvatore Ferragamo quota 11,63 in calo del 2,43%, ma è arrivato a perdere oltre cinque punti.
I conti dei primi 9 mesi: Cucinelli cresce e alza gli obiettivi
Cucinelli, la regina del cachemire, ha visto ricavi per 818,4 milioni al 30 settembre, in crescita del 27,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 a cambi correnti (+28,8% a cambi costanti). Nel dettaglio, nelle Americhe il fatturato è salito del 21,7%, in Europa del 18,3% con l’Italia a +24,5% e in Asia del 49,7%. Quanto all’andamento dei canali di vendita, il retail ha registrato un +34,6%, mentre il wholesale ha visto un incremento del 17,1%. I dati hanno permesso alla società del cachemire di alzare gli obiettivi di fine anno, prevedendo ora una crescita dei ricavi tra il 20% e il 22% a fronte del +19% stimato in precedenza. Nel 2023 la società prevede inoltre “una sana marginalità, in linea con la prima parte dell’anno, e un incremento molto positivo degli utili”.
Quanto al 2024 e al 2025, poi, Cucinelli immagina “una sana ed equilibrata crescita nell’intorno del +10%, mantenendo il nostro focus su stile, eleganza, rarità, esclusività del brand”. I ricavi del terzo trimestre, sottolineano gli analisti di Intermonte, sono “migliori delle attese”. “Confermiamo la nostra view positiva sul titolo che per la terza volta ha rivisto la guidance per l’anno in corso”, aggiungono, giudicando “credibile” anche la previsione sul 2024. Cucinelli, calcolano da Equita, “tratta a 37,6 volte la stima di utili 2024 e con la recente sovraperformance (+1% a un mese contro il -10% medio del settore) potrebbe aver già in parte anticipato questo newsflow positivo”. “Il premio sui peer – aggiungono – è tornato infatti in area 100% (dall’80% di fine agosto). Tuttavia il premio è ancora inferiore al 110% medio da inizio 2022, e pensiamo possa quindi continuare ad essere supportato dall’alta visibilità sulle stime e dal posizionamento difensivo all’interno del settore (lusso assoluto, clientela più resilient) a fronte di un contesto macro più incerto”.
Ferragamo: scendono i ricavi complessivi, ma crescono in area Emea
Ferragamo invece ha visto i ricavi consolidati scendere dell’8,3% a 844 milioni a cambi correnti per effetto anche della “riduzione di perimetro sia nel canale retail che wholesale” dice il gruppo fiorentino.
Il canale diretto ha registrato vendite nette in diminuzione del 10,2%, penalizzato anche da un generale indebolimento del mercato nel terzo trimestre, mentre il wholesale ha riportato entrate in discesa del 16,6% a causa della pianificata razionalizzazione della rete distributiva, della riduzione dei viaggi internazionali che ha interessato il canale duty free e della decelerazione del mercato statunitense.
“In questi nove mesi abbiamo continuato a investire nel nostro business, facendo delle scelte fondamentali e progredendo nell’esecuzione delle nostre priorità strategiche, in linea con i nostri piani”, dice Marco Gobbetti, amministratore delegato e direttore generale di Salvatore Ferragamo. “Siamo soddisfatti dei primi risultati dei prodotti disegnati dal nostro direttore creativo Maximilian Davis, confermati dal successo della nostra recente sfilata primavera-estate 2024 che ha ottenuto ottimi riscontri e visibilità. L’andamento complessivo delle vendite riflette, in questa fase, la continua attenzione alla qualità delle vendite, la razionalizzazione delle reti distributive, nonché l’evoluzione dell’offerta e l’accelerazione della transizione verso il nuovo corso creativo, il cui pieno potenziale sarà evidente nel 2024”. A livello regionale, l’area Asia Pacifico ha generato vendite nette in calo del 16,4%, con il mercato giapponese a -11,6% nei nove mesi. L’area Emea ha invece riportato un aumento del 3,1%. Andamento sottotono anche per il nuovo continente, dove l’area del Nord America ha registrato una diminuzione dei ricavi del 20,1% e il Centro e Sud America un calo del 3,1%. “L’ottimizzazione dell’assortimento prodotti e il potenziamento delle attività di marketing rafforzano progressivamente il marchio e creano engagement con il pubblico esistente e nuovo. Sebbene il contesto globale di mercato sia sempre più incerto, confermiamo le nostre ambizioni di medio termine”, ha concluso Gobbetti.
Numeri giudicati “deboli” dagli esperti di Intermonte, secondo i quali “le stime di consensus potrebbero continuare a essere sfidanti nell’attuale contesto macro”. Più ottimista invece Equita che vede il fatturato del terzo trimestre “sostanzialmente in linea”, giudicando “cauto” l’outlook pur notando “spunti incoraggianti sul rilancio”. “Anche se la visibilità sulle stime è più rarefatta nell’attuale contesto macro, questi primi segnali confermano l’approssimarsi di un’inversione di tendenza che ci aspettiamo faccia da base per una importante accelerazione degli utili dal 2024 in poi, in un contesto invece di normalizzazione delle crescite di settore”, concludono gli analisti.